Le visite saranno effettuate dalla dottoressa Laura Bazzichi, una delle massime esperte italiane di reumatologia e fibromialgia e membro del consiglio direttivo dell’AISF ODV.

La battaglia per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante non si ferma. In Italia, circa 2,5-3 milioni di persone soffrono di questa patologia caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento, disturbi del sonno e alterazioni cognitive. Tuttavia, nonostante l’impatto significativo sulla qualità della vita, la fibromialgia non rientra ancora nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) del Servizio Sanitario Nazionale, impedendo ai pazienti di accedere gratuitamente a cure e terapie specifiche.

Giusy Fabio, v.pres. dell’AISF ODV (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica),

A lanciare nuovamente l’allarme è Giusy Fabio, vice presidente nazionale dell’AISF ODV (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica), che sottolinea l’urgenza di un riconoscimento ufficiale della malattia. “La fibromialgia non è artrite e non causa deformità articolari, ma la sintomatologia dolorosa e i molteplici segni clinici la rendono una sindrome complessa che necessita di attenzione e supporto adeguati”, afferma Fabio.

Nel frattempo, la mobilitazione continua anche con uno sciopero della fame per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di inserire la fibromialgia nei LEA e garantire ai pazienti un accesso equo alle cure.

Un segnale positivo arriva dalla giornata dedicata alle visite gratuite reumatologiche e fibromialgiche, in programma il 15 marzo a Massa, presso i Fratelli delle Scuole Cristiane.

L’iniziativa, sostenuta da Giusy Fabio, ha già registrato il tutto esaurito, con grande richiesta di consulti da parte dei pazienti. Le visite saranno effettuate dalla dottoressa Laura Bazzichi, una delle massime esperte italiane di reumatologia e fibromialgia e membro del consiglio direttivo dell’AISF ODV.

La speranza dei pazienti e delle associazioni è che questa battaglia porti finalmente al riconoscimento della fibromialgia come patologia invalidante, garantendo un percorso diagnostico e terapeutico accessibile a tutti

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