Un interrogatorio fiume, durato quasi tre ore, ha visto il medico Francesco Cardillo rispondere alle domande e ai punti contestati davanti al pm Clarissa Berno.

Arrestato all’alba di lunedì scorso nella sua villetta di Montignoso, dove esercitava la professione medica abusivamente, Cardillo ha fornito la sua versione dei fatti in un clima di forte tensione.

Adesso il gip Marta Baldasseroni, su parere del pm, dovrà valutare la situazione e decidere se confermare la custodia cautelare in carcere o optare per gli arresti domiciliari, eventualmente con braccialetto elettronico. Al momento il medico rimane in carcere a Massa

Cardillo è accusato di esercizio abusivo della professione aggravato, con la collaborazione della compagna, non abilitata a svolgere attività medico-sanitarie. Alla donna è stato contestato il concorso di colpa, ma non è prevista per lei alcuna misura cautelare.

Il medico avrebbe operato per oltre un anno in un ambulatorio abusivo ricavato nella sua abitazione creando una specie di sala operatoria dalle scarsissime condizioni igienico sanitarie e dove avrebbe addirittura effettuato delle anestesie totali ad alcuni pazienti anche su interventi di chirurgia plastica

In particolare, le indagini hanno portato alla luce due episodi preoccupanti: una paziente intubata a causa di complicazioni e un’altra che ha riportato una grave infezione dopo una liposuzione. Tuttavia, non risulta a carico del medico imputazioni per lesioni né richieste di risarcimenti

Tra le accuse anche la combustione illecita di rifiuti ottenuti all’interno dell’ambulatorio abusivo. Pare infatti che questi rifiuti venissero inceneriti direttamente nel giardino di casa. Un altra accusa è la sottrazione di oltre 200  farmaci e dispositivi medici, siringhe, flaconi, garze, nei confronti della ASL, oltre a vari episodi di assenteismo dal lavoro e utilizzo personale dell’auto di servizio.

La Procura continuerà a fare luce sui numerosi capi di imputazione contestati. Entro pochi giorni, il gip Baldasseroni dovrà pronunciarsi sulle eventuali misure cautelari alternative al carcere.