La Sanac, intravede un possibile rilancio grazie all’interesse che arriva da oltre oceano. In amministrazione straordinaria dal 2015 e con quattro stabilimenti sul territorio nazionale, la Sanac potrebbe presto passare sotto il controllo del colosso canadese Grossi Group of Companies, con sede a Lively, Ontario, leader nel settore siderurgico e ingegneristico.

Un’offerta che riaccende la speranza

Il Gruppo Grossi già lo scorso ottobre aveva presentato una manifestazione di interesse insieme all’italiana Ettore 1970 srl, dopo il ritiro dal tavolo del Gruppo Acciaierie Beltrame avvenuto nell’aprile 2024. Dopo mesi di silenzio,arriva la conferma dell’esistenza di un’offerta formale, che sarà valutata entro metà della prossima settimana.

Le condizioni per un lieto fine sembrano esserci: i vertici del Gruppo Grossi hanno visitato di recente tutti e quattro gli stabilimenti italiani della Sanac, inclusa la sede di Massa. Inoltre, la proroga concessa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per la presentazione dell’offerta ha consentito ai canadesi di preparare un piano formale.

Il commento delle istituzioni e dei sindacati

L’interesse del colosso canadese è stato accolto con cauto ottimismo da istituzioni e sindacati. «Auspichiamo che questa sia la svolta definitiva per la Sanac», ha dichiarato il deputato Alessandro Amorese di Fratelli d’Italia, che segue la vicenda da tempo. Secondo Amorese, il lavoro sinergico tra governo e territorio è stato cruciale per attirare l’interesse internazionale.

Anche i sindacati, pur prudenti, riconoscono segnali incoraggianti. Stefano Tenerini della Femca-Cisl sottolinea come l’azienda abbia ritrovato equilibrio, grazie alla fine della cassa integrazione e a nuove assunzioni, mentre Umberto Faita della Fiom-Cgil evidenzia il superamento del 50% degli ordini extra-Ilva e la ripresa della regolarità nei pagamenti da Taranto.

Le sfide per il futuro

Nonostante il ritrovato equilibrio, i sindacati ribadiscono l’importanza di un piano industriale solido. «Non basta l’offerta economica», avverte Faita. «Chi acquisirà la Sanac dovrà investire nell’ammodernamento dei macchinari, espandere i mercati e garantire stabilità occupazionale».

Per ora, la foglia d’acero su quella busta sembra portare una ventata di speranza. Resta da vedere se questa si tradurrà in un nuovo capitolo di crescita per la Sanac, un pilastro dell’industria italiana.