Ci si attendeva una risposta chiara sulla governance del porto di Marina di Carrara, e in parte è arrivata. Tuttavia, chi sperava in una decisione immediata per lasciare l‘Autorità di sistema del Mar Ligure orientale e unirsi a quella del Mar Tirreno settentrionale ha dovuto fare i conti con la complessità della questione. «La necessità principale è correre verso l’approvazione del nuovo piano regolatore portuale», ha spiegato Gianni Lorenzetti, presidente della Provincia e promotore dell’incontro. Solo una volta approvato il piano si potrà discutere approfonditamente della governance del porto, un processo che richiederà tempo.

Durante l’incontro, a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle associazioni locali, è emersa l’urgenza di definire il futuro del porto. Secondo Andrea Figaia, segretario della Cisl Toscana nord, «prima di parlare di governance, dobbiamo approvare il piano regolatore per capire come il porto potrà operare». Anche la sindaca di Carrara, Serena Arrighi, ha ribadito l’importanza di dare priorità ai finanziamenti e ai progetti per il porto, fondamentale per l’economia locale oltre al settore del marmo, soprattutto per il crescente settore della nautica.

Alcuni rappresentanti, come Carlo Alberto Tongiani della Cna provinciale, hanno espresso dubbi sul ritorno a una governance toscana, sottolineando la necessità di garantire un equilibrio nella leadership dell’Autorità di sistema portuale. Nel frattempo, si attendera di conoscere il nuovo presidente dell’Autorità portuale, il cui ruolo sarà cruciale per il futuro del porto di Marina di Carrara.

I sindacati hanno evidenziato la necessità di un maggiore controllo locale sul porto e di evitare gli errori del passato, quando il porto è stato gestito da La Spezia.

Secondo i rappresentanti di Uil e Cgil, La Spezia ha privato Marina di Carrara di professionalità e autonomia, e un ritorno alla governance toscana potrebbe ristabilire la centralità del porto nello sviluppo economico del territorio.