Sono stati tutti assolti gli otto imputati coinvolti nella maxi inchiesta “Nero alle cave”, che risale al 2013 e vedeva al centro un presunto sistema di sotto-fatturazione legato alle attività imprenditoriali nelle cave di marmo di Carrara. Tra gli imputati figuravano nomi di spicco del settore marmifero carrarese. La sentenza è stata pronunciata ieri dal Tribunale di Massa, presieduto dal giudice Fabrizio Garofalo, che ha assolto tutti gli otto imputati dalle accuse di riciclaggio.
L’inchiesta, nata da indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dall’allora procuratore capo della Procura di Massa, Aldo Giubilaro, aveva fatto scalpore. Le indagini erano iniziate due anni prima, nel 2011, con intercettazioni, pedinamenti e rogatorie. Tra le prove principali vi era il sequestro del portatile di un broker, ritenuto un punto di svolta nelle indagini. Al centro della vicenda, si parlava di paradisi fiscali, valigie piene di contante e triangolazioni di denaro tra intermediari indiani e Carrara.
L’inchiesta coinvolse inizialmente 30 indagati, accusati di vari reati che andavano dal riciclaggio alla dichiarazione fraudolenta, fino alla ricettazione e all’esercizio abusivo di servizi di pagamento per gli intermediari. Tuttavia, nel luglio 2023, l’inchiesta subisce un ridimensionamento: molte accuse vengono prescritte e il giudice Dario Berrino decide di stralciare diverse posizioni. Solo otto persone vengono rinviate a giudizio per rispondere delle accuse di riciclaggio.
Tra gli imputati che sono finiti in aula: Eugenio, Giuliano e Maria Pia Venezia, Paolo Zanzanaini, Giovanni e Andrea Simonelli, Fabio Braccini e Kapur Munish. Difesi da noti avvocati del Foro di Massa-Carrara, Lucca e Firenze, hanno dovuto affrontare un processo che si è aperto a dicembre 2023.
Durante il dibattimento, il primo testimone dell’accusa, un luogotenente della Guardia di Finanza, ha sfilato in aula, ma il Collegio giudicante ha deciso di revocare l’ammissione di tutti i testimoni, ritenendo di avere già gli elementi sufficienti per emettere la sentenza. Ieri, dopo appena venti minuti di Camera di Consiglio, è stata pronunciata l’assoluzione per tutti gli imputati.
Le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 15 giorni, indicano che le condotte contestate non configuravano ipotesi di riciclaggio, ma reati fiscali minori, ormai prescritti.
Con l’assoluzione, è stato disposto il dissequestro di tutti i beni, inclusi conti correnti e immobili, che erano stati requisiti agli imprenditori dal 2013.