Madre e figlia, rispettivamente di oltre 50 e 80 anni, sono state nuovamente condannate per stalking nei confronti di una vicina di casa. La sentenza di primo grado ha inflitto loro due anni di reclusione e un risarcimento di 20mila euro per aver perseguitato un’altra condomina.

Le due donne, originarie del modenese ma residenti da anni a Villafranca, erano già state condannate lo scorso anno per lo stesso reato contro una vicina dello stesso complesso residenziale.

L’avvocato delle vittime, Giulia Menoni, ha espresso soddisfazione per la sentenza: «Le vittime non erano più libere di vivere serenamente in casa propria. È stato un processo lungo, con molte testimonianze».

L’Inizio delle Molestie nel 2017

Le prime molestie risalgono al 2017, quando una delle vittime aveva chiesto alle imputate di non permettere al loro gatto di utilizzare il suo giardino come lettiera. Da quel momento, le due donne hanno iniziato a perseguitare la dirimpettaia con ingiurie, cartelli offensivi e comportamenti molesti, creando un perdurante stato di ansia che ha costretto la vittima a modificare le sue abitudini di vita.

Le Nuove Accuse Dopo la Prima Condanna

Nonostante la condanna inflitta l’anno scorso, madre e figlia hanno proseguito con le loro condotte moleste, prendendo di mira una seconda condomina, che aveva testimoniato nel primo processo. Questa nuova vittima ha subito ingiurie quotidiane, è stata spiata e disturbata a tal punto da dover insonorizzare la sua abitazione. Di notte, la televisione delle imputate veniva tenuta ad alto volume, disturbando il riposo della donna.

In attesa di riuscire a vendere la propria casa, entrambe le vittime hanno dovuto adottare misure estreme: le villette sono state barricate con tende e reti ombreggianti per proteggersi dalle molestie.

L’Intervento delle Forze dell’Ordine e il Processo

I carabinieri sono intervenuti più volte, ma le imputate interrompevano le loro azioni solo al loro arrivo. Le denunce, insieme alle testimonianze dei carabinieri e delle psicologhe delle vittime, sono state cruciali nel processo. Le molestie si sono inoltre estese ai social media, dove le imputate hanno condiviso stralci degli atti processuali.

Le due vittime hanno dovuto ricorrere a cure psicologiche a causa dello stress subito, e il processo ha visto la partecipazione di numerosi testimoni, tra cui altri condomini e forze dell’ordine.

La sentenza rappresenta un passo importante verso la giustizia per le due donne che hanno vissuto anni di persecuzioni nel loro stesso quartiere.