La Cgia di Mestre lancia un allarme che non può essere ignorato: in diverse province italiane, soprattutto nel Meridione ma non solo, il numero dei pensionati ha superato quello dei lavoratori attivi. Un dato preoccupante che mette a rischio la sostenibilità economica del sistema sanitario e previdenziale del Paese, già sotto pressione a causa della crisi demografica in corso. Un caso emblematico di questa tendenza è quello della provincia di Massa Carrara, dove i pensionati superano i lavoratori di ben 9mila unità.

Massa Carrara: un caso emblematico

Secondo l’indagine dell’ufficio studi della Cgia, Massa Carrara è l’unica provincia toscana a registrare un saldo negativo tra pensionati e lavoratori, posizionandosi al 67esimo posto su 107 nella classifica nazionale. Nel 2022, l’Inps ha erogato 81mila pensioni nella provincia, a fronte di soli 72mila lavoratori attivi, tra dipendenti e autonomi. Questo squilibrio è un chiaro segnale della difficoltà che il territorio sta affrontando e anticipa possibili scenari critici per il futuro economico e sociale.

Un problema che tocca tutta l’Italia

Massa Carrara non è un caso isolato. In Italia, altre 11 province settentrionali, oltre a quasi tutte le province del Sud, registrano un numero di pensionati superiore a quello dei lavoratori. Tra queste, anche La Spezia, al 61esimo posto nella classifica Cgia, con un saldo negativo di 6mila unità (92mila pensionati contro 86mila lavoratori). Questi dati confermano una tendenza preoccupante che coinvolge gran parte del territorio nazionale.

La situazione in Toscana

Nonostante l’invecchiamento della popolazione, la Toscana si distingue come una delle regioni più virtuose, posizionandosi al quinto posto in Italia dopo Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna. Nel 2022, la regione ha registrato quasi 1,5 milioni di pensioni erogate e 1,6 milioni di occupati, con un saldo positivo di 137mila unità. Tuttavia, questo dato resta inferiore alla media nazionale, che vede un saldo di 327mila unità.

Tra le province toscane, Firenze emerge come la più virtuosa, con 459mila lavoratori e 383mila pensionati, un saldo positivo di 77mila unità che la colloca al settimo posto tra le province italiane. Seguono Prato, Pisa, Pistoia, Siena, Grosseto, Arezzo e Livorno, tutte con un saldo positivo, seppur meno marcato rispetto a Firenze.

L’allarme della Cgia

“Con un numero così elevato di pensionati e pochi lavoratori attivi, la spesa pubblica non potrà che aumentare, mentre le entrate fiscali sono destinate a diminuire,” avverte Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre. “Questo trend, nel giro di pochi anni, comprometterà l’equilibrio dei conti pubblici. Per invertire la tendenza, è necessario aumentare il numero degli occupati, facendo emergere i lavoratori in nero e migliorando i tassi di occupazione di giovani e donne, che in Italia restano tra i più bassi d’Europa.”

La Cgia richiama l’attenzione su una situazione che, se non affrontata tempestivamente, rischia di mettere in seria difficoltà il sistema economico italiano. Occorre agire subito, incentivando l’occupazione e contrastando l’invecchiamento della popolazione, per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni.

Lascia un commento