Nonostante la certificazione di avvenuta bonifica, arsenico, piombo e rame sono stati rilevati nel lotto 7 dell’area dell’ex Italiana Coke, ora Sir. Questa notizia emerge da una recente sentenza del Tar Toscana. La presenza di sostanze tossiche nel sottosuolo della Zona Industriale Apuana è nota, ma ciò che rende questa vicenda peculiare è che il terreno in questione è di proprietà del Comune.

La mancata costituzione in giudizio del Comune

Il Comune di Carrara ha deciso di non costituirsi in giudizio nel ricorso presentato al Tar di Firenze da Eni Rewind spa, conclusosi con la condanna della società al pagamento dei costi di bonifica. L’assessore all’ambiente Moreno Lorenzini spiega le ragioni di questa scelta: “Il Comune conosce bene lo stato dei terreni di sua proprietà nell’area ex Italiana Coke. È stato il nostro ufficio ambiente a scoprire l’inquinamento di una parte del lotto, nonostante la certificazione di avvenuta bonifica. Gli esiti dei campionamenti sono stati comunicati a Provincia e Regione”.

Lorenzini chiarisce che la mancata costituzione in giudizio è dovuta al fatto che il ricorso di Eni Rewind spa e Asi, Agenzia sviluppo industriale srl, non chiamava in causa il Comune, ma solo Regione e Provincia, che ritenevano le società responsabili dell’inquinamento. Questo, secondo Lorenzini, è il motivo per cui il Comune non ha partecipato al procedimento.

Confronto con altri casi

Curiosamente, proprio oggi è emersa la notizia che il Comune di Massa si è costituito nel ricorso presentato al Consiglio di Stato da Edison Spa, nonostante il ricorso citasse in giudizio solo il ministero dell’Ambiente e l’Arpat. La società è stata condannata come “co-responsabile” del grave inquinamento persistente nella falda ex Farmoplant.

Il futuro progetto

Il Comune di Carrara, proprietario del lotto 7 dell’ex Italiana Coke, ha in programma la realizzazione di un parcheggio pubblico per mezzi pesanti, con un costo stimato di oltre un milione e 200 mila euro. Il progetto di fattibilità tecnico-economica è stato approvato dalla giunta De Pasquale nel 2021. Prima di procedere con i lavori, tuttavia, sarà necessario accertare la contaminazione delle terre e rocce da scavo mediante un’indagine ambientale.

Indagini e responsabilità

Nel gennaio 2016, il settore ambiente del Comune di Carrara aveva comunicato alla Regione la contaminazione del terreno nell’area ex Asi. La Regione ha sottolineato la necessità di verificare l’attivazione di eventuali misure di prevenzione e di svolgere una ricostruzione storica per identificare i responsabili dell’inquinamento. Tuttavia, secondo Milo Vignali dell’Arpat, non risulta alcun ulteriore sviluppo dell’iter istruttorio dopo la documentazione trasmessa dal Comune di Carrara.

Conclusione

La situazione nel lotto 7 dell’ex Italiana Coke evidenzia le complessità e le contraddizioni nelle gestioni delle bonifiche ambientali e nella responsabilità dei vari enti coinvolti. La presenza di contaminanti, nonostante le certificazioni di bonifica, richiede un’attenzione continua e un monitoraggio rigoroso per garantire la sicurezza e la salute pubblica