Reading Concert sulle “Navi a Perdere” e attorno alla morte del Capitano Natale De Grazia

Sabato 6 luglio alle ore 21:30, con ingresso libero, presso il Parco del Monte di Pasta a Massa, il Festival di Musica sulle Apuane 2024 e l’Associazione “Alberto Benetti APS” invitano la cittadinanza allo spettacolo Non sopporto le cose storte, Reading Concert sulle “Navi a Perdere” e attorno alla morte del Capitano Natale De Grazia ideato e messo in scena da Andrea Carnì, ricercatore e docente di Criminalità organizzata e metodologia della ricerca presso l’Università degli Studi di Milano, e Fabio Macagnino, musicista e cantautore calabrese.

Dalle ore 19:00 è possibile consumare un Apericena presso il prospiciente Bar 21 previa prenotazione entro giovedì 4 luglio al cell. 347.661.4860 (whatsapp).

L’evento si colloca nel quadro dei 13 appuntamenti di musica e teatro previsti dal 20 giugno al 15 settembre 2024 in luoghi significativi delle Alpi Apuane per la XII Edizione del Festival di Musica sulle Apuane realizzato dal Club Alpino Italiano Sez. CAI di Massa “Elso Biagi” con il sostegno del Parco regionale delle Alpi Apuane, del Club Alpino Italiano e del CAI Gruppo Regionale Toscana.

L’Associazione “Alberto Benetti APS” di Massa, da anni impegnata sui temi della legalità, dei diritti e dell’ambiente, ha realizzato diverse iniziative che hanno visto coinvolto Andrea Carnì. Autore di varie ricerche e pubblicazioni sulla criminalità organizzata, tra cui il libro “Cose storte. Documenti, fatti e memorie attorno alle navi a perdere”, lo studioso Carnì, avvalendosi della collaborazione del musicista calabrese Macagnino, ha voluto allestire lo scorso anno una rappresentazione teatrale che fosse in grado di restituire, attraverso testi e musiche, emozioni e fatti di quelle “cose storte” che collegano l’oscura e prematura scomparsa del comandante De Grazia con le indagini che egli stava conducendo sulle “navi a perdere”, ovvero quelle decine e decine di navi salpate sembrerebbe anche dal porto di Marina di Carrara ed affondate invece nel Mediterraneo.

Storie “storte” di porti, navi e malefici rifiuti tossici riversati per anni nell’acqua, nell’aria, sui territori, sulle persone, su inconsapevoli terzi. Indagini giudiziarie, inchieste giornalistiche, relazioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, non hanno ancora consentito di accertare definitivamente responsabilità, colpe e pene. Quello che però traspare sono i coinvolgimenti di imprenditori, faccendieri, pezzi di servizi segreti deviati, esponenti politici e criminalità organizzata.

Protagonisti in positivo, studiosi, giornalisti, cittadini resilienti, ambientalisti, magistrati, degni servitori dello Stato e, soprattutto, il capitano Natale De Grazia morto in circostanze misteriose nel dicembre 1995 mentre si stava recando a La Spezia per continuare le indagini, a lui affidategli dal sostituto procuratore di Reggio Calabria Franco Neri e dal procuratore Francesco Scuderi, proprio sulle “navi a perdere”.

Nello scorso mese di dicembre il Reading Concert di Carnì e Macagnino è stato presentato nella sala della Camera del Lavoro di Milano. A seguito della rappresentazione Nando Dalla Chiesa, scrittore e docente universitario in Sociologia della Criminalità Organizzata, Sociologia e metodi di educazione alla legalità e Geopolitica e Criminalità Organizzata, così ebbe a scrivere nella sua rubrica “Storie Italiane” su Il Fatto Quotidiano: «Andrea è salito sul palco con un gilet verdino, accompagnato da due suonatori suoi conterranei. E ha incominciato il racconto […] Nomi sconosciuti, fatti lontani, musica inizialmente un po’asintonica rispetto al testo, e tuttavia un’emozione crescente. Finché, grazie al timbro della voce, è emersa la potenza della storia, l’offesa incommensurabile di una catena di crimine verso il mare e la gente di Calabria. Da una parte il solito putrido grappolo di potere, dall’altra una persona onesta, il capitano Natale De Grazia, che indaga tenacemente perché le “cose storte” non gli piacciono. […] Andrea chiede dal palco verità per una persona che non ha mai conosciuto, getta nel racconto l’orgoglio calabrese, perché davvero se un calabrese è antimafioso nessuno è più antimafioso di lui. Alla fine una standing ovation. Non da stadio, certo. Ma carica di ammirazione, a partire da me, verso chi è stato capace di chiedersi sul serio: ma io che cosa posso fare? E l’ha fatto».

Di queste vicende si parla sempre troppo poco ed in modo approssimativo. Molti pensano che queste siano storie che riguardino altre realtà ed una illegalità che non ci appartiene. Non è così. In questo territorio, ieri come oggi, sembrano non esser bastati: Farmoplant, interramento di rifiuti, inquinamenti, mancate bonifiche, leucemie e tumori, dissesto idrogeologico ed alluvioni, contaminazione di fiumi e sorgenti, distruzione di ecosistemi e paesaggi.

Adesso spetta anche a noi tutti fare qualcosa.