ENTRA NEL VIVO IL PROGETTO ‘APE TOE: RIPRISTINO PRATERIE E FORESTE DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO’. MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2024 A FILATTIERA FORUM CON IL TERRITORIO DELLA LUNIGIANA
Il progetto ‘APE TOE: Ripristino praterie e foreste dell’Appennino’ entra nel vivo della discussione, con la prevista costruzione partecipata del Piano di azione per la Conservazione dell’Appennino Settentrionale, condividendone con il territorio visione, obiettivi e azioni per la rigenerazione degli ecosistemi.
Per questo è promosso il Forum della Lunigiana, previsto Mercoledì 29 maggio 2024, alle ore 15 al Centro Didattico della Pieve di Sorano a Filattiera (MS), al quale sono invitate le istituzioni locali, associazioni, cittadini e portatori di interessi, per contribuire fattivamente al progetto.
Durante l’incontro saranno anche presentate le opportunità di finanziamenti del settore promossi da Regione Toscana, GAL Leader e Parchi.
Il progetto, finanziato dal programma ‘Endangered Landscapes & Seascapes Programme’ gestito da Cambridge Conservation Initiative, sarà realizzato da Legambiente insieme al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano (Main partner), Regione Toscana, Regione Emilia Romagna, Parco Regionale delle Alpi Apuane, Parchi del Ducato, Unione di Comuni Montana Lunigiana, Unione Comuni della Garfagnana, GAL Consorzio Lunigiana e GAL MontagnAppennino, UNCEM, mentre il supporto tecnico sarà assicurato da NEMO srl di Firenze.
L’obiettivo di ‘APE TOE’ è infatti il ripristino del paesaggio agro-naturale e dei delicati ecosistemi dell’Appennino, offrendo un’opportunità per essere salvati dall’incuria e dall’abbandono. Stiamo parlando delle praterie montane e dalle foreste della Lunigiana, Garfagnana, Appennino reggiano e parmense e Alpi Apuane.
“I protagonisti del Piano – commenta Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale Aree protette di Legambiente – oltre ai i partner, dovranno essere gli allevatori, i proprietari e tutti coloro che abitano l’Appennino. Li coinvolgeremo nel processo di decisione attraverso Forum territoriali permanenti, che avranno il ruolo di gettare le basi per gli interventi di restauro dei paesaggi, contribuendo a invertire l’abbandono dell’Appennino.”