Giovedì 8 febbraio, la Regione Toscana “Direzione Tutela dell’Ambiente ed Energia Settore Autorizzazione Rifiuti” ha convocato la Conferenza dei servizi decisoria che conclude l’iter autorizzativo per l’approvazione del progetto in sede A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale), finalizzato all’installazione dell’impianto del biodigestore del Cermec S.p.A. a Massa (in area S.I.R. da bonificare), per il trattamento della Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano (FORSU) come “revamping” (ammodernamento) dell’esistente impianto di compostaggio dal costo di euro 42.395.400, che a regime potrà trattare 97.500 tonnellate di rifiuti all’anno (60.000 FORSU e 37.500 di verde strutturante), per produrre BIOGAS che sarà trasformato in BIOMETANO, per poi immetterlo nella rete nazionale SNAM per produrre energia.
Non basta per tranquillizzarci usare il termine ‘bio’ davanti alle parole, oppure evocare l’economia circolare e innocui scarti delle mense e sfalci e potature che vengono trasformati in ammendante per l’agricoltura e biogas – dichiarano i rappresentanti della Rete delle Associazioni e dei Comitati contrari al Biodigestore del Cermec SpA
- Siamo contrari a questo impianto a ragion veduta, ci siamo informati, abbiamo approfondito l’argomento. Lo scorso anno avevamo promosso anche un seminario a cui aveva partecipato Gianni Tamino, già professore di Biologia dell’Università di Padova e membro del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dei Medici per l’Ambiente ISDE. Egli dichiarò che ‘la produzione di biometano, nel suo complesso, contrariamente a quanto si tenti di inculcare nell’opinione pubblica, non è economica. Infatti sarebbe fallimentare senza gli incentivi statali, ha un basso rendimento energetico e non è pulita, dato che produce inquinamenti. Anzitutto si liberano rilevanti odori molesti, ma anche molti inquinanti atmosferici (come polveri sottili, ossidi d’azoto e molti altri, tipici delle
combustioni) a causa dei mezzi che trasportano i rifiuti, del cogeneratore che produce l’energia necessaria all’impianto, e infine dalla combustione del metano così ottenuto. Vi è poi la produzione di rifiuti, come il digestato, che contiene una carica microbica, che può costituire un pericolo per l’agricoltura e per la salute. Infine va chiarito che non è un esempio di economia circolare, come si vorrebbe far credere, perché la normativa europea indica solo il riciclo di materia e non la produzione di energia: di conseguenza è economia circolare il compostaggio aerobico, ma NON la digestione anaerobica’.
E’ partendo da questi fondamenti scientifici e dal comportamento della politica e delle istituzioni che hanno negato ogni processo partecipato richiesto sotto forma di contraddittorio pubblico, sollecitato anche attraverso una interrogazione al Consiglio regionale della Regione Toscana da una consigliera (vedi a pag. 80 della pubblicazione degli atti del convegno a questo link https://adictoscana.it/wp-content/uploads/2023/05/Pubblicazione-atti-del- convegno-del 20.03.2023-Autori-vari-1.pdf); - è dopo aver scritto ed interpellato Regione, Comuni, Provincia, Prefetto di Massa Carrara;
- è dopo aver posto addirittura, ai candidati a sindaco alle elezioni delle città di Massa e di Carrara, delle domande specifiche sul biodigestore per sapere il loro parere (questionario);
- è dopo aver investito gli organi di informazione con comunicati stampa (pubblicati anche nei siti e nei social) e esserci impegnati, nei limiti delle nostre possibilità e capacità, in una sensibilizzazione della cittadinanza, in assenza di una campagna informativa da parte delle istituzioni che avrebbero avuto l’obbligo di farla, tanto più che questo biodigestore rappresenta nei piani regionali un impianto strategico;
- è dopo aver effettuato accessi agli atti per interpretare i quali dovremmo avere staff tecnici super qualificati, che abbiamo deciso come ‘Rete’ di inviare un ATTO DI SIGNIFICAZIONE E DI DIFFIDA a tutte le Autorità competenti nazionali, regionali e locali a partire dai sindaci dei 100 Comuni facenti parte di Retiambiente S.p.A. nel perimetro dell’A.T.O. Toscana Costa, che è Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani della provincia di Massa Carrara, Pisa, Lucca, Livorno.
Ma l’atto di significazione e diffida è esteso anche ad altri problemi di ordine economico riguardanti il progetto del biodigestore del Cermec S.p.A.
Il primo è relativo all’anticipazione dei soldi per le bonifiche del sito da parte dei Comuni di Retiambiente S.p.A., in quanto l’impianto verrà installato nel S.I.R. non prima di aver bonificato l’area vista la gravità dell’inquinamento chimico di quest’area. Questa informazione è riportata nel verbale della Conferenza dei servizi della Regione Toscana del 30.11.2023 ed era comparsa anche in un noto quotidiano in cui si riportavano i seguenti dati : “… i costi per le bonifiche che ammonterebbero a 11 milioni e 185 mila euro totali circa + Iva a cui bisogna aggiungere altre somme per 1,8 milioni di euro. Nel dettaglio 4,2 servono per le bonifiche dei suoli e nuovo fabbricato per uso spogliatoi ed uffici e 6,9 milioni per impianto di trattamento delle acque di falda a impianto di trattamento delle acque di prima pioggia di via Dorsale. Solo le operazioni di bonifica tolte quelle strutturali valgono 6,15 milioni di euro ….”.
Inoltre nel verbale della sopradetta Conferenza dei servizi abbiamo visto che sempre Retiambiente si impegna a mettere a disposizione del Cermec S.pA. le risorse necessarie alla realizzazione degli interventi di maggiore urgenza per il corretto funzionamento dell’attuale polo impiantistico pari a € 751.000,00.
Alla luce di ciò nella diffida si è chiesto agli organi competenti:
1) piano Tecnico-Economico in vigore relativo al progetto del Biodigestore del Cermec SpA dettagliato delle voci di spesa e della destinazione dei fondi (Chi paga/cosa);
2) documenti approvati dagli organi competenti che attestino il dettaglio dei costi per le bonifiche del S.I.R. dell’area Cermec.
3) se l’importo previsto per gli interventi di maggiore urgenza (€751.000,00) è compreso nei costi del progetto generale (€ 42.395.400).
Inoltre, a seguito di una notizia avuta dai rappresentanti della Rete e comparsa sul quotidiano La Stampa di Verbano Cusio Ossola (VCO), abbiamo saputo che nel Comune della Valdossola, Premosello Chiovenda, al quale era stato approvato un progetto per la costruzione di un biodigestore con i fondi del PNRR, i cui costi al momento della progettazione (circa due anni prima) erano stati valutati dal Consorzio sui rifiuti di VCO 20 milioni, oggi, dopo una analisi tecnico-economica aggiornata questi sono passati a 35 milioni e i decisori locali stanno ripensando
se procedere o rinunciare al progetto stesso, qualora il Ministero dell’Ambiente non integri il fondo PNRR. Questo fatto ha acceso nei componenti della Rete un campanello di allarme perché, qualora il Cermec S.p.A. non avesse provveduto ad aggiornare il proprio piano economico in base ai costi attuali che sono enormemente aumentati a causa delle congiunture internazionali, i cittadini si ritroverebbero a pagare davvero un conto salato in bolletta, visto che il costo dell’installazione dell’impianto è di 42.395.400 milioni di euro tutti a carico dei cittadini perché al Cermec SpA, nonostante li abbia a suo tempo richiesti, non hanno concesso i finanziamenti.
E’ grazie ai componenti della Rete, alle loro esperienze e conoscenze, se oggi con tanta fatica siamo riusciti a mettere insieme queste informazioni. Si ringrazia in particolare Maria Grazia Bonfante, già Sindaco del Comune di Vescovato in provincia di Cremona e Coordinatrice provinciale dell’associazione “Salviamo il paesaggio” che ci ha supportati grazie alla sua esperienza di amministratrice di un Comune nell’ambito di una provincia dove i biodigestori sono presenti da tempo e di attivista che ha combattuto con forza questo genere di impianti.
RISPETTO ALL’ATTO DI SIGNIFICAZIONE E DIFFIDA
vogliamo mettere in evidenza che il nostro territorio è rientrato nelle procedure pendenti per violazione della direttiva 2008/50 relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa oggetto di ben tre infrazioni, per i tre inquinanti PM10, PM2,5 e biossido di azoto.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il principale rischio ambientale per la salute in Europa è rappresentato dall’inquinamento atmosferico, il quale è responsabile di oltre 400.000 decessi prematuri all’anno eha inoltre conseguenze negative dirette sull’ambiente.
Inoltre le emissioni odorigene (caratteristiche di questi impianti) debbono ritenersi ricomprese nella definizione di “inquinamento atmosferico” e di “emissioni in atmosfera” poiché la molestia olfattiva intollerabile è al contempo
sia un possibile fattore di “pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente” che di compromissione degli “altri usi legittimi dell’ambiente” (TAR Veneto, Sez. III, N.573, DEL 5 MAGGIO 2014). “Rete delle Associazioni e dei comitati contrari al biodigestore del Cermec SpA”:
-CCAdbr-Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico composto da:
-Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps
-Movimento Consumatori Nazionale aps
-Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
-Associazione Comitato Acqua alla gola Massa
-IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità
-Magliette Bianche di Massa Carrara (LL.Sedi)
-Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara
°Rete NoRigass NoGNL Nazionale
°Comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace
° GrIG Presidio Apuane
°La Pietra vivente
° Associazione Acqua bene comune Pistoia e Valdinievole ODV
° ABC Acqua Bene Comune
°Atto Primo salute ambiente e cultura odv
°Osservatorio Ambientale Pratese
°Crisoperla associazione biologica per l’economia solidale aps
°Rete Toscana in movimento Ma
°Insieme per la Libellula
°Associazione Alberto Benetti AP