INTANTO LA GIUNTA PRESENTA UN NUOVO INCREDIBILE REGOLAMENTO PER LEGITTIMARE EX POST LA SOVVENZIONE AL CONCERTO CHE NON E’ ANCORA STATA LIQUIDATA”

“Mentre comincia ad emergere l’incredibile frittata cucinata dall’amministrazione guidata Serena Arrighi sul concerto di Francesco Gabbani che non rende merito, come temevamo dall’inizio, alla figura del cantautore carrarese, la sindaca e la giunta tentano di preservarsi con l’approvazione da parte del consiglio comunale di un incredibile regolamento”. Questa l’induzione di un intervento del consigliere Simone Caffaz che poi passa ad analizzare in dettaglio la questione partendo dall’analisi dell’esito economico del concerto della scorso settembre che riesce a fare grazie alla risposta a uno specifico accesso agli atti.

Innanzitutto Caffaz parte dai costi e dai ricavi del concerto di Gabbani: a quanto dichiarano gli organizzatori i primi sono stati 227.587,70, i secondi 390.790,54. Il segno meno è quindi di 163.202, 84. Va da sé che, come dichiara la dirigente Cinzia Compalati, “Francesco Gabbani o la società A1 Entertainment” non hanno effettuato alcuna donazione (…) in quanto, come stabilito in delibera, prevista solo in caso di utili”. Come conseguenza la società ha richiesto, in un documento in cui non tornano diverse cose, la liquidazione di 58.560 richiesti il 1 agosto. “Peccato – riprende Caffaz – e questa è una delle tante scorrettezze formali di questa vicenda, che la delibera di giunta n. 266 del 24 agosto scorso stanzi 34.160 euro invece dei 58.160 richiesti, mentre la stessa dirigente Compalati (in una lettera senza data ma con protocollo 93569/23) contesta, tra le altre cose, che “l’incasso lordo non corrisponda (…)”.

“Giova a questo punto ricordare – riprende ad argomentare Caffaz – che il regolamento del Comune vigente (il n. 81/92) afferma, all’art. 8, che i soggetti beneficiari dei contributi non devono avere “fini di lucro” e le iniziative non devono avere “carattere commerciale”. Tale regolamento rende il contributo alla società che ha organizzato il concerto illegittimo poiché rivolto a un’iniziativa privata e a una società per azioni che agisce quindi in regime privatistico. Ricordiamo che la delibera fu tra le cause o la causa principale della dipartita del segretario comunale Corrado Grimaldi che non aveva alcuna intenzione di avallarla”.

Ma Caffaz continua: “Mentre – afferma – la liquidazione del contributo non ci risulta essere ancora avvenuta, la sindaca e la giunta stanno cercando di tutelarsi scaricando la responsabilità sul consiglio comunale e i singoli consiglieri presentando un nuovo regolamento, licenziato ieri dalla commissione competente, che sostituisca quello che rende illegittimo il contributo a Gabbani e che preveda ampie deroghe al divieto di erogare contributi a società private e a iniziative con scopo di lupo (facendole derivare, sulla base dell’art.5, anche semplicemente “da caratteristiche tali da promuovere il prestigio e l’immagine del territorio locale”)”.

A questo punto Caffaz affonda il colpo: “Non è tuttavia questa la cosa più grave del nuovo regolamento. Nel comma 3 dell’art. 20 viene scritto: “Nelle more dell’approvazione del presente regolamento resta ferma la legittimità delle liquidazioni adottate e da adottare in funzione dei contributi concessi con apposita delibera di giunta, ai sensi del regolamento comunale (…) n.81/92 e comunque nelle aree di intervento di cui al precedente art. 3 del presente regolamento”. In altre parole, attraverso questo regolamento, la giunta comunale scarica sul consiglio comunale la responsabilità di confermare o stabilire la “legittimità” di contributi precedentemente erogati coerenti o meno con il regolamento n.81/92. Stabilisce incredibilmente un principio estraneo allo stato di diritto (la retroattività di una norma giuridica) e attribuisce addirittura al consiglio comunale il potere di stabilire la “legittimità” di un atto”.

“Pare evidente – conclude Caffaz – che Arrighi & C. compiano magagne a più non posso e per coprirle non si preoccupino neppure di mettere di mezzo il consiglio comunale e gli stessi consiglieri di maggioranza, proponendo di votare una tale aberrazione giuridica. Non c’è dubbio che tutta questa vicenda sia l’emblema della pericolosità di questi amministratori verso la città, ma anche verso se stessi e chi li sostiene. Vedremo se una classe dirigente allo sbando, come quella che sta sostenendo l’amministrazione Arrighi, arriverà al punto di votare una simile sconcezza”.