Il destino economico e sociale del territorio e della comunità massesi sono storicamente legati alla presenza di una vasta area industriale che ha permesso, pur tra mille difficoltà, di mantenere occupazione e reddito. 

Certo si tratta di una manifattura che ha bisogno di  adeguarsi alle esigenze di miglioramento della qualità ambientale e deve sapersi conciliare con l’attività turistica. 

Ma non sarebbe davvero possibile un futuro del lavoro a Massa senza la manifattura. 

Ora il sindaco Persiani, interpretando in maniera paradossale i vincoli chiari del Piano Strutturale, vuole avviare l’apertura al commerciale di parti della Zona industriale. 

Sarebbe un errore tragico perché è evidente che un’area industriale non può contenere attività commerciali che finirebbero per frammentarla, per privarla della necessaria organicità delle infrastrutture, che ostacolerebbero le dinamiche  di funzionamento di un sistema produttivo; manifattura e commercio hanno esigenze diverse per mille ragioni e metterle insieme impedirebbe ad entrambi i settori di sopravvivere. 

L’argomentazione dell’apertura al commerciale non può essere né della creazione di nuovi posti di lavoro perché gli effetti determinati da una simile apertura si tradurrebbero nella fuga delle attività industriali presenti e quindi in un depauperamento di un’intera area oggi caratterizzata da una forte presenza imprenditoriale e dal collegamento efficace con le principali infrastrutture, dal porto, alla ferrovia, all’autostrada, né  quella che il lotto in oggetto non è appetibile ed oggi è un area degradata.

Dunque siamo di fronte ad un rischio colossale a cui ci opponiamo con fermezza e determinazione, perché sono in gioco le sorti di tutti. 

Non a caso tutti gli organismi preposti si sono espressi in modo contrario e, scegliendo la strada della variante commerciale, questa maggioranza metterebbe a repentaglio il futuro produttivo del Nord della Toscana. 

Non vogliamo neppure pensare che una scelta così pesante venga assunta non tenendo conto dell’interesse generale che quell’area produttiva merita.

Enzo Romolo Ricci

Gabriele Carioli

Daniele Tarantino

Giovanna Santi

Stefano Alberti

Ivo Zaccagna 

Dina Dell’Ertole