Lo spostamento del reparto di oncologia nei locali dove era il pronto soccorso non va nella direzione del successo delle terapie. Buio e cantieri non aiutano le cure, a differenza dell’ambiente che il personale sanitario ha saputo creare in questi anni.
Ma al di là del merito tecnico, una cosa continua a preoccupare prima di tutto: qual è la verità.
E cioè com’è possibile che il reparto di oncologia, una volta trasferito al pronto soccorso, possa continuare a stare nello stesso edificio che deve essere parzialmente demolito?
È difficile pensare che oncologia resti nei locali del pronto soccorso durante l’esecuzione delle demolizioni, che siano possibili cure oncologiche mentre l’edificio vibra e che lavorazioni rischiose possano avvenire sopra la testa di persone, ossia i pazienti oncologici.
E quindi viene da chiedersi se piuttosto si tratti di uno spostamento temporaneo, cioè fino a che si proceda alla demolizione e se, a quel punto, magari per mancanza di spazi al NOA per ospitare tutta l’Oncologia, il reparto venga trasferito in altra sede, comunque diversa da Carrara e magari anche in strutture non conformi alle norme antisismiche.
Basta privare Carrara di strutture sanitarie, l’ASL dimostri che non intende trasferire altrove oncologia. Dimostri che non vuole la desertificazione sanitaria a danno della nostra comunità.
