“Un giroconto a solo vantaggio di banche e istituti di credito. Ora serve l’azzeramento del carico fiscale per l’anno in corso: così si rilancia il paese”

“I ‘ristori’ concessi dal Governo erogheranno nelle casse di imprese e partite Iva ben 21,4 miliardi di euro di contributi a fondo perduto grazie ai due decreti ‘Sostegni’ approvati nei mesi scorsi. E qui finisce la buona notizia: come emerge dal Centro studi nazionale di Confartigianato, infatti, entro la fine di giugno le stesse imprese dovranno versare all’erario quasi 19 miliardi di euro per le scadenze fiscali. Pochi aiuti, in grave ritardo, che in pratica saranno tutti restituiti al mittente per acconti e saldi Ires, Imu, Irpef, addizionali, Irap e diritto camera. Una situazione che genera altro sconforto”.

A parlare è il presidente di Confartigianato Massa Carrara, Sergio Chericoni, che mette in luce un’altra beffa del ‘sistema Italia’ in cui tutto diventa un giroconto: “A tutto vantaggio di banche e istituti che per ogni operazione finiscono comunque per prendere un obolo. Moltiplicato per migliaia di aziende e partite Iva è un incasso niente male, a costo zero. Ma solo per loro mentre imprenditori e partite Iva restano con un pugno di mosche: con una mano ti danno i ristori e con l’altra se li prendono quasi tutti indietro attraverso le tasse  e per tantissime piccole attività, spossate dalla crisi, le difficoltà sono destinate ad aumentare. E questo senza contare che, tra le imprese e le partite Iva che saranno chiamate a onorare le scadenze fiscali ci sono quelle che sebbene abbiano subito perdite di fatturato importanti, ma al di sotto della soglia del 30%, non riscuoteranno alcunché”. Ed è evidente come l’operazione sia a tutto vantaggio delle banche: “Per ottenere gli stessi effetti alla fine sarebbe bastato azzerare il carico fiscale per l’anno in corso – prosegue Chericoni -.

Ed è ciò che chiediamo anche oggi. Oltre ai ristori serve questa operazione per rilanciare il paese e alla fine costerebbe al fisco tra i 28 e i 30 miliardi di euro. Una stima che è stata calcolata ipotizzando di consentire a tutte le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione di euro di non versare per l’anno in corso l’Irpef, l’Ires e l’Imu sui capannoni.  Queste piccole aziende, in attesa della tanto agognata riforma fiscale, dovrebbero comunque versare le tasse locali, in modo tale da non provocare ulteriori problemi di liquidità ai sindaci e ai Governatori. Con un fisco più leggero, nella seconda parte dell’anno potrebbero operare con meno ansia, meno stress e più serenità. Non solo, ma con 28-30 miliardi risparmiati metteremo le basi per far ripartire stabilmente l’economia del Paese.

Abbiamo capito che, in buona parte, i soldi per realizzare questa misura non mancano: se dei 21,4 miliardi di ristori previsti in uscita, allo Stato ne tornano indietro 19 di tasse, quasi due terzi della spesa relativa all’azzeramento delle imposte per l’anno in corso è praticamente assicurata”.

 

Confartigianato Massa Carrara