Questa volta invece di prendere due piccioni con una fava sono stati presi due bei granchi. Parliamo dei 50 milioni di euro che in un primo momento dovevano essere utilizzati per informare i cittadini su come affrontare correttamente la pandemia ma che poi sono serviti in gran parte per pubblicizzare con messaggi radiotelevisivi la lotteria degli scontrini e altre iniziative.
Primo granchio: i soldi sono stati utilizzati per scopi diversi da quelli per cui furono stanziati. Secondo granchio: è stata sprecata un’eccellente occasione per dare una boccata d’ossigeno alle tantissime emittenti locali a rischio chiusura con conseguente licenziamenti in massa.
Dai dati raccolti dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e dal Sindacato Libersind/Confsal risulta, infatti, che gran parte di questi soldi sono finiti nelle tasche di un ristrettissimo numero di grandi aziende televisive. Ora questa anomalia è stata sottoposta al vaglio del Consiglio di Stato. Per il Movimento Tutela Sociale, si tratta di evitare che ancora una volta venga misconosciuta l’importanza del pluralismo e della libertà d’informazione, elementi basilari per ogni seria battaglia di rinnovamento e rafforzamento dello Stato Stato Sociale.
Di seguito riportiamo il Comunicato Stampa elaborato congiuntamente dalla REA e dal Sindacato Libersind/Confsal. (Rainero Schembri, Coordinatore del MTS).
REA e Libersind/Confsal, rappresentati e difesi dall’Avv. Luigi Parenti del foro di Roma, hanno firmato l’Appello cautelare al Consiglio di Stato avverso l’Ordinanza n. 98/2021 pubblicata il 12 gennaio 2021 del Tar Lazio, Roma, Sez. III Ter, che ha rigettato l’istanza cautelare proposta nell’ambito del ricorso R.G.n. 10375/2020, ritenendo errata le tesi del Giudice di primo grado nel reputare insussistente il fumus boni iuris , in quanto il contribuito di 50 milioni di euro di cui all’articolo 195 del Decreto Legge 34/2020 sarebbe “istituito non a sostegno delle perdite economiche subite dalle emittenti televisive locali, ma a beneficio della collettività ai fini del perseguimento dell’interesse pubblico della maggiore diffusione possibile delle informazioni istituzionali necessarie a fronteggiare l’emergenza sanitaria”.
REA e Libersind/Confsal invece hanno raccolto dati e testimonianze documentate come la maggior parte dei 50 milioni erogati sono finiti per pubblicizzare la lotteria degli scontrini, Cashbak, Mit Grazie, Ristoro Italia ed altri spot che poco o nulla hanno a che fare con l’emergenza sanitaria.
Il Presidente della REA, Antonio Diomede, “ ha ribadito al Consiglio di Stato che quei 50 milioni dovevano essere impiegati per dare istruzioni ai cittadini in qual modo affrontare l’emergenza sanitaria da Covid 19. Invece, per tutt’altri motivi, almeno 40 milioni sono finiti nelle tasche dei grossi gruppi televisivi facendo fallire il rimanente settore.
Siamo in fiduciosa attesa delle considerazione del Consiglio di Stato affinchè venga chiarita la trama di quell’articolo 195 del cosiddetto Decreto Rilancio del Governo Conte. Intanto La REA ha chiesto una inchiesta parlamentare”