“E’ un grande passo, un po’ ci tremano le gambe, ma abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo e, dopo aver lanciato l’idea a gennaio, siamo partiti anche formalmente. Dopo vari colloqui e incontri, assieme alla nostra coordinatrice Stefania Corsini, abbiamo capito che potrebbe esserci interesse”, così la presidente della Fondazione Marmo Onlus, Bernarda Franchi, spiega il senso della domanda inviata a Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi per ospitare a Carrara gli Uffizi Diffusi.

E’ la formalizzazione della candidatura di Carrara per entrare in quella operazione che Schmitd ha battezzato Uffizi Diffusi – ha aggiunto Franchi – E’ un grande progetto non solo culturale, ma anche di rivitalizzazione economica e sociale e la disponibilità della Fondazione Marmo è sorta quasi in maniera naturale. Appena ho spiegato la mia idea, a cominciare dal presidente di Confindustria Massa Carrara, Matteo Venturi, e dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, Enrico Isoppi, ho raccolto adesioni entusiaste nel mondo delle imprese e non solo di quelle legate al lapideo. Questa volta, abbiamo una carta fondamentale per rilanciare Carrara e il suo centro storico”.

Nel dettaglio, come scritto nella proposta ufficiale inviata agli Uffizi che la Fondazione Marmo Onlus ha costruito con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, l’idea è “di ospitare i marmi della Collezione Archeologica conservati nei vostri depositi, per un periodo dai 3 ai 5 anni, rinnovabili laddove sussistessero le condizioni per entrambe le parti”. E in particolare la location individuata è Palazzo Binelli, “proprio perché uno degli scopi e far tornare il centro storico di Carrara polo internazionale dell’arte legata al marmo delle nostre Apuane” spiega Franchi.

“Siamo fiduciosi, – aggiunge Franchi – in questi mesi abbiamo avuto vari confronti con Firenze e gli Uffizi. La nostra proposta si inserisce a pieno titolo nella filosofia del direttore Schmidt, soprattutto quando afferma che ‘l’arte non può vivere solo di grandi centri espositivi; serve anche quello, ma occorre dotarsi di una prospettiva policentrica di arte distribuita il più possibile sul territorio, e, ove possibile, nei luoghi dove e per i quali è nata’. E le opere in marmo sono nate qui, sulle nostre montagne e qui le vogliamo riportare”.

La proposta inviata spiega anche che “i presupposti socio culturali del progetto “Uffizi Diffusi” rientrano non solo nelle nostre linee guida come Fondazione, ma si pongono come impalcatura portante per lo sviluppo della nostra città e del territorio, elemento capace di intercettare nuovi pubblici e favorirne una fruizione consapevole. I Vostri marmi sono estremamente significativi soprattutto perché rappresentano un legame forte con la realtà locale di ieri e di oggi, con gli artisti, antichi e/o moderni che quella nobile materia hanno lavorato e talvolta estratta proprio dai nostri monti. Un passato di cui essere fieri e di cui fare tesoro per il futuro”.

E si conclude spiegando che “il nostro impegno come Fondazione è quello di favorire a tutto tondo la creazione di una vera e propria civiltà del marmo: la collaborazione con le Gallerie all’interno del progetto Uffizi Diffusi, permetterebbe la realizzazione di quegli obiettivi trasversali (società, cultura e turismo) volti a favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle ricchezze che questo territorio ha da offrire”.