Nell’ambito dell’operazione denominata “Market Motta”, diretta dalla Procura della Repubblica di Massa e che nel mese di gennaio aveva portato ad un massiccio intervento presso l’omonima colonia abbandonata del litorale di levante con arresti e denunce nei confronti di un gruppo di spacciatori di origine marocchina di droghe di vario genere, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ha sviluppato ulteriori indagini ed accertamenti su una rete di traffico che ha, tra i suoi terminali, la piazza di Massa e di Carrara.
Lo spettro investigativo è stato ampliato al territorio di altre provincie toscane, ricorrendo alle tradizionali metodologie operative ed eseguendo appostamenti e pedinamenti che hanno consentito di individuare il canale di approvvigionamento specificamente utilizzato per la cocaina. E’ così emerso che i rifornimenti che hanno continuato a soddisfare la domanda sulla piazza di spaccio massese provenivano dalla provincia di Pisa.
In particolare, gli elementi investigativi hanno portato all’individuazione di due fratelli albanesi, sospettati di essere corrieri abitualmente presenti in territorio apuano.
Nei giorni scorsi, dopo vari servizi di osservazione nella zona del Valdarno Inferiore, i militari della Sezione Mobile del menzionato Nucleo, appostati nel centro abitato del Comune di Santa Croce sull’Arno, hanno atteso il segnale giusto per intervenire. Il blitz è scattato quando è stata notata la consegna di una somma di denaro da parte di un marocchino, acquirente di una parte di una partita di droga.
L’immediata perquisizione dell’abitazione occupata da A. e A. V. rispettivamente di 32 anni e 30 anni ha portato alla scoperta di un ingente quantitativo di cocaina confezionato in panetti pressati e in sacchetti già pronti per la distribuzione, nascosti in uno scantinato per un totale di 12 chilogrammi. Nei locali era presente inoltre tutto il necessario per la pesatura dei quantitativi destinati agli acquirenti e una somma di denaro in banconote di vari tagli per circa 70.000 euro.
La frenetica attività criminale è ulteriormente testimoniata dall’utilizzazione di un apparecchio conta banconote automatico, anch’esso sequestrato.
Il valore dello stupefacente sequestrato si aggira, considerando il prezzo praticato sulle piazze di spaccio al dettaglio, intorno al valore di 1.200.000 EURO. E’ da ritenere che i due responsabili si dedicassero anche al successivo taglio della droga, ricavandone un elevato numero di dosi.
Dell’operazione è stata informata la Procura della Repubblica di Pisa che ha convalidato gli arresti e la perquisizione.
I due fratelli albanesi, con piccoli precedenti di polizia e residenti regolarmente in Italia, sono stati tratti in arresto ed associati presso la Casa Circondariale di Pisa Don Bosco a disposizione dell’ A.G. Gli stessi rischiano adesso una condanna ad oltre 10 anni di carcere attesa l’ingentissima quantità di stupefacente nella loro disponibilità.
L’indagine prosegue puntando agli aspetti patrimoniali nell’intento di individuare beni da sottoporre a confisca attraverso l’adozione di misure di prevenzione.
L’attività svolta conferma come le organizzazioni criminali, anche nel periodo di emergenza Covid, siano state in grado di consolidare le reti di distribuzione di stupefacenti mantenendo inalterata la capacità di penetrazione criminale.