“Controlli alle aziende del lapideo, è arrivato il tempo della chiarezza. Parliamo di laboratori, segherie e altre attività che si svolgono al piano, imprese artigianali di piccole o medie dimensioni, messe in croce da quello che, a nostro avviso, è un errore interpretativo della norma durante le verifiche: se un’azienda, per la propria attività, non emette gas, vapori o polveri in atmosfera non può essere costretta a fare pratiche costose e laboriose di autorizzazione. E non può quindi nemmeno essere multata, sanzionata o persino messa sotto sequestro”. La direzione di Confartigianato Massa Carrara, dopo un confronto serrato con esperti del settore e con la dirigenza di Lucca, interviene con decisione sui recenti casi di imprese della trasformazione del marmo del distretto apuoversiliese finite nel mirino della Capitaneria di Porto, i cui controlli hanno portato a pesanti sanzioni amministrative, persino a procedure penali e sequestri di macchinari. Verifiche che derivano direttamente dal famoso ‘Progetto speciale Cave’, sottoscritto dalla Regione Toscana con le Procure di Massa e Lucca ormai tre anni fa. “Controlli dovuti e doverosi, certamente – prosegue Confartigianato – a tutela dell’ambiente e della sicurezza sui posti di lavoro. Tuttavia la legge è chiara per quanto riguarda le autorizzazioni da ottenere e non può essere soggetta a interpretazioni ‘volubili’ che finiscono per danneggiare soprattutto i piccoli del settore, andando a chiedere pratiche estremamente complesse e costose come l’Autorizzazione Unica Ambientale la cui assenza, anche se non dovuta, è stata considerata in alcuni casi come reato penale. Mettiamo dei punti fermi, stabiliti dalla normativa stessa, la 152 del 2006: se un’azienda con le sue lavorazioni produce gas, vapori o polvere deve avere l’autorizzazione. Diversamente no perché, semplicemente, non emette nulla in atmosfera se non un aerosol acquoso che non necessita di alcuna autorizzazione né può essere multata, sanzionata o sequestrata. E questo lo stabilisce la legge”. L’associazione di categoria fa alcuni esempi pratici: “Frullino a secco e resinature sono attività che producono polvere e sostanze volatili, quindi soggette ad autorizzazione. Non lo è invece il taglio in segheria con telai dove l’acqua serve per raffreddare le lame e non per abbattere la produzione di polvere. Queste non sono emissioni in atmosfera. Ci risulta invece da alcuni nostri associati che la Capitaneria abbia disposto il sequestro di alcune di queste macchine. Sequestro che neppure i tribunali sbloccano perché, ovviamente, il magistrato fa richiesta di una Autorizzazione Unica Ambientale che non può essere rilasciata. E in altri controlli hanno dato solo delle prescrizioni con sanzioni amministrative, usando due pesi e due misure. Questa interpretazione della normativa durante i controlli sta creando non poca confusione, danneggiando un intero settore. Diciamo pertanto agli imprenditori di fare riferimento alla legge – conclude Confartigianato -: solo gli impianti che producono gas, polveri e vapori sono soggette ad autorizzazione alle emissioni mentre il taglio con telaio che emana solo un aerosol acquoso no. Questo anche per evitare le speculazioni di sedicenti esperti già pronti a elargire costose consulenze ai danni di chi fa impresa”.
Confartigianato Massa Carrara