
Riaprirà al traffico il prossimo settembre via Argine Destro, la strada adiacente la sponda del Carrione crollata durante l’alluvione del novembre 2014. A poco meno di tre anni dall’evento che ne comportò la chiusura, i mezzi pesanti che servono le aziende a ridosso di villa Ceci potranno tornare a percorrere il tracciato, evitando di allungare il percorso su viale XX Settembe e attraverso il parco marinello. L’attesa è stata lunga, soprattutto per i ritardi nell’avvio dei lavori causati in primo luogo da un contenzioso sull’esito della gara bandita dalla Regione Toscana: anche perché, va detto, i tempi del cantiere hanno tutto sommato rispettato i 500 giorni previsti dal bando, con il fine lavori previsto appunto per questo agosto. Dalla Regione Toscana confermano che l’opera di contenimento idraulico, ovvero il nuovo argine, è ormai completo: «I lavori sono conclusi. Adesso manca il collaudo e l’asfaltatura della strada ma possiamo dire che via Argine Destro tornerà a essere percorribile a settembre» precisano dall’amministrazione regionale. Insomma dopo la pausa ferragostana, si provvederà ad asfaltare il tracciato, cosa che richiederà circa una settimana di tempo. Subito dopo sarà la volta del collaudo e quindi dell’apertura al traffico vicolare. Una buona notizia per le imprese della zona che dopo la lunga attesa per l’avvio dei lavori, preso atto del completamento dell’argine, iniziavano a scalpitare per la riapertura della strada. Anche perché la pazienza di queste attività è stata messa a dura prova, non solo per il cantiere di via Argine Destro, ma anche sul fronte dei contributi post alluvione. Se circa la metà dei cittadini alluvionati che hanno presentato richiesta di “rimborso” ha già ricevuto un aiuto economico, le attività commerciali e produttive sono ancora a secco. La procedura in questo caso è ferma alla delibera del consiglio dei ministri del 28 luglio 2016 che di fatto avviava l’iter per i contributi alle imprese. Cosa che però, senza la formalizzazione di uno stanziamento, significa ben poco per i titolari delle attività. In questo caso l’input deve partire dal governo nazionale in un meccanismo che solo successivamente, a cascata, coinvolgerà Regione Toscana e amministrazione comunale. Intanto, in municipio a Carrara, chiuso in un cassetto giace il faldone con le segnalazioni dei danni presentate da esercenti, commercianti e imprenditori. Sono i titolari delle attività che la mattina del 5 novembre del 2014 si sono ritrovati in negozio o in azienda un metro e mezzo di acqua e che da quasi tre anni attendono il contributo promesso dal governo.