Quanti bla bla bla per distogliere l’attenzione della gente dal vero problema !

La sentenza della Corte Costituzionale ha innescato una serie di commenti e di prese di posizione a dir poco ridicole. E fin qui passi. Siamo abituati da tempo all’ignoranza dei politici e alla loro incapacità di comprendere la limitatezza del loro ruolo. Stendiamo un velo pietoso su quanti giocano a fare i senatori o gli onorevoli senza esserlo mai stati. Che il comma 2 dell’art. 32 delle legge regionale 35 fosse incostituzionale, anzi, per dire meglio ILLEGITTIMO (anche se ovviamente legale) lo sapeva chiunque conoscesse la lingua italiana e avesse preso atto del contenuto del testo. La Regione semplicemente  pretendeva di decidere su materie di non sua competenza. Niente di strano dunque. Che la sentenza che doveva sancirlo fosse di una evidenza lapalissiana e senza alcuna alternativa era per lo meno scontato. Quel che dispiace però è che a furia di parlare di beni estimati si rischia di distogliere l’attenzione dal vero problema del settore lapideo: quello della determinazione del valore medio dell’escavato.

Perché forse molti non lo hanno ancora capito e molti fanno finta di non capirlo, ma la possibilità per la comunità carrarese di avere un giusto ritorno dall’affitto dei suoi beni a terzi dipende solo e soltanto dalla realizzazione dell’osservatorio dei prezzi, che da tempo andiamo ossessivamente proponendo come una soluzione. Ricondurre la problematica del marmo ad una obsoleta impostazione ideologica è semplicemente demenziale oltre che di una superficialità disarmante. Pubblico o privato sono parole senza senso se si perde di vista l’aspetto pratico. Solo l’osservatorio dei valori garantirebbe giustizia ai cittadini, agli industriali e alla stessa amministrazione che si vedrebbe protetta da temerari interventi investigativi e sarebbe tenuta ad applicare le tariffe su valori stabiliti da un organo terzo.

Sulla definizione giuridica dei beni estimati auspichiamo che si esprima in modo inequivocabile il parlamento con una legge capace di chiarire il quadro assai confuso provocato da un diritto e una giurisprudenza spesso confusi, contraddittori e quasi schizofrenici in quanto caratterizzati quasi da uno sdoppiamento della personalità.

Ma ciò che più preme ai cittadini carraresi e agli stessi gestori è prima di tutto la certezza derivante da un regolamento chiaro al quale tutti devono uniformarsi e la certezza di una adeguata valorizzazione del materiale escavato dalle diverse cave, perché non si possono mettere sullo stesso piano i marmi pregiati e quelli ordinari e fare di tutte l’erbe un fascio ! Non dimentichiamoci mai di questo punto e finiamola una volta per tutte di improvvisarci azzeccagarbugli e di arrogarci il diritto di invadere le sfere di esclusiva competenza del legislatore.

 

Lanmarco Laquidara e Maria Elena Musetti