
Un’altra saracinesca chiusa. Per sempre. Non passa giorno o settimana che in questa città chiuda, per sempre, una piccola attività commerciale. Passeggiare nel centro città significa leggere ovunque e sempre più spesso i cartelli ‘vendesi’, ‘affittasi’, ‘Questo esercizio chiuderà a fine mese’, ecc. Molto spesso a locali vuoti non corrisponde nemmeno più un invito a sostituirli. Mi si risponderà che è colpa della ‘crisi’. Certamente, è una situazione che da qualche anno colpisce tutti o quasi. Massa però, lo diciamo da anni, è arrivata prima: fin dagli anni ’90, con l’apertura di grandi centri commerciali, con la mancanza di un vero e serio piano del Commercio, avevamo previsto una morte annunciata. Il centrosinistra ha preferito assistere alla smobilitazione del piccolo commercio a fronte di un dilagare della grande distribuzione, senza una strategia, una volontà di sintesi. Anche la chiusura del centro storico, con la creazione della Ztl, nel modo in cui è stata creata (e cambiata varie volte) ha portato soprattutto effetti negativi almeno per il tessuto dei negozi (storici e non). Ci sono intere zone del nostro centro che sono state tagliate fuori e penalizzate (si pensi alla zona sud di viale Chiesa, Piazza Garibaldi, la zona della ex Standa, via Alberica, ecc.) ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno muore un’attività. Avevamo proposto un piano del Commercio che puntasse anche a valorizzare le attività locali e storiche, anche attraverso forme di detassazione. Le varie amministrazioni che si sono succedute hanno sottovalutato il pericolo della morte del piccolo commercio (o forse erano favorevoli?) e questa attuale non è da meno. Aprire una saracinesca negli ultimi anni è diventato un’attività da eroi, ma in questa città sono state aggiunte negli anni tasse e burocrazia, che si vanno ad aggiungere alle altrettante e quotidiane problematiche che ci si trova ad affrontare.
Anche le varie associazioni di categoria spesso sono state poco incisive e troppo inclini al compromesso con la politica.
In questi anni ci voleva un segnale forte, ma non sono arrivati. Andrebbe almeno garantito il decoro urbano che invece, ovunque, lascia molto a desiderare. La tendenza anche in questa Italia è di vedere centri tutti uguali e globalizzati, senza anima ed identità. Massa rischia di qui a poco di non avere nemmeno più un centro. Riflettiamo, anzi agiamo.
Alessandro Amorese
Ex Consigliere comunale