“La tragica storia di Fortuna Loffredo deve far riflettere sull’importanza di un sistema sociale aperto al dialogo, al confronto e alla collaborazione. L’omertà può e deve essere sconfitta, non solo con il coraggio, la determinazione e il senso di responsabilità, ma anche attraverso una migliore gestione dei rapporti umani che non può prescindere dall’impegno di tutti. Questo caso rappresenta tristemente una realtà contro la quale non possiamo rimanere inermi e sulla quale dobbiamo fare il massimo. La direzione da intraprendere è quella di creare una rete di collegamento, che veda coinvolte in primo piano le famiglie, le scuole, le Forze dell’Ordine, gli esperti psicologi e ciascun singolo cittadino e che sia finalizzata a far conoscere le notizie di reato e rompere quel muro di silenzio, spesso, derivante da contesti di minacce fisiche e psicologiche, di pressioni e di violenze. Il buon funzionamento del sistema giustizia, infatti, dipende anche dall’impegno che ognuno di noi mette a disposizione della società quale sentinella di legalità. La politica deve concentrare gli sforzi per creare leggi chiare, semplici e applicabili, in grado di svolgere con efficacia sia l’effetto repressivo, sia l’effetto preventivo quale deterrente. È altresì indispensabile investire sulle iniziative che possono far trovare il coraggio, a chi subisce violenze o minacce, di denunciare e far valere il rispetto della legge. Importanti passi avanti sono stati fatti con il D.Lgs.39/2014 . Anche il  recepimento della Direttiva Europea 2011/93/UE, relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, che sostituisce la precedente decisione quadro in materia 2004/68/GAI, è sicuramente un ulteriore passo avanti per l’ordinamento italiano verso una sempre più ampia tutela di bambini ed adolescenti. Il decreto introduce importanti modifiche all’impianto del codice penale italiano in tema di reati concernenti l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori: in particolare, inasprisce le pene già previste e dispone l’introduzione di nuove circostanze aggravanti, oltre a contenere anche previsioni specifiche sulla prevenzione di questo tipo di reati (come il diritto dei datori di lavoro di chiedere informazioni sui casellari giudiziali). La Direttiva, inoltre, prevede disposizioni sulla protezione delle giovani vittime, invitando gli Stati a promuovere campagne di sensibilizzazione sul tema ed a provvedere alla formazione specialistica degli operatori.
Nessuno deve sentirsi solo, la magistratura, a cui rinnoviamo la nostra fiducia, avrà il compito di accertarne le gravi responsabilità e di fare chiarezza. Sono reati orribili che devono essere puniti con severità. Tra l’altro va risottolineato come anche per l’accertamento di questi reati sia indispensabile il mezzo di ricerca della prova dell’intercettazione telefonica ed ambientale”.