Dopo le tensioni con il consiglio di amministrazione per la presentazione “anticipata” dei candidati alla sua successione, la presidente Anna Laghi si è dimessa dalla guida dell’Accademia di belle Arti: «È stata una liberazione» si è sfogata l’ex docente. Secondo fonti interne a Palazzo del Principe, il “casus belli” sarebbe il disaccordo con la direttrice Lucilla Meloni sulla gestione di un contenzioso con Erp, l’ente di edilizia popolare.
«Sono esausta, le situazioni sono complicate e io non ce la facevo più. Le dimissioni sono state una liberazione»: Anna Laghi non aggiunge altro, almeno per ora, e conferma con un sospiro di sollievo le sue dimissioni dalla presidenza dell’Accademia di Belle Arti di Carrara.

L’addio della ex docente dalla guida dell’istituto è arrivato al termine di dopo un periodo di forti tensioni con il consiglio di amministrazione iniziato lo scorso marzo. Sì perché a soli 7 mesi dalla sua nomina e quando ancora ne mancavano 5 alla scadenza del suo mandato, Anna Laghi, si era vista mettere sul tavolo i tre nomi candidati alla sua successione, ovvero l’avvocato Michele Caro, il commercialista Giancarlo Casani e la docente di storia dell’Arte all’Università di Pisa, Donata Levi. Una mossa che in molti avevano interpretato come un segnale di sfiducia del consiglio di amministrazione alla presidente in carica, a conferma del braccio di ferro in corso nelle stanze di Palazzo del Principe.

La diretta interessata per ora non entra nel merito delle motivazioni che l’hanno convinta a dimettersi, ma secondo fonti interne e vicine all’Accademia di Belle Arti tutto sarebbe nato dal profondo disaccordo tra Anna Laghi e la direttrice Lucilla Meloni sulla gestione di un vecchio contenzioso con Erp per l’utilizzo dell’ex ospedale San Giacomo. Si tratta di una vicenda che risale a qualche anno fa e che è ancora tutta da chiarire: tra il 2007 e il 2009 l’Accademia di Belle Arti utilizzò la struttura dell’ex San Giacomo per ospitare il corso di Mosaico, rientrato un po’ frettolosamente da Pietrasanta. Gli studenti entrarono sulla base di un accordo verbale tra i vertici di Erp e quelli dell’Istituto che, secondo i bene informati, prevedeva l’uso degli spazi senza oneri o con un canone molto basso. Nulla però fu mai formalizzato nero su bianco e così, quando qualche anno più tardi, Erp presentò il conto i rapporti tra i due enti si fecero molto tesi. Erp chiese in prima battuta 3 mila euro di affitti non pagati e poi, qualche anno più tardi, un saldo da 40 mila euro. Fu proprio a causa di questo contenzioso che a fine 2009 il corso di Mosaico fu trasferito dal San Giacomo. Il conto tra Erp e Accademia però è rimasto in sospeso anche se, secondo fonti di Palazzo del Principe, si è sfiorato a più riprese l’accordo bonario.

E proprio sulla linea della mediazione avrebbe voluto proseguire la presidente Anna Laghi che però, nei suoi pochi mesi alla guida dell’Accademia, si è trovata contro la direttrice Meloni e con lei l’intero consiglio di amministrazione: proprio in una delle ultime sedute la proposta della Laghi di trattare con Erp sarebbe stata bocciata e i consiglieri di amministrazione avrebbero manifestato la volontà di andare in giudizio contro l’ente che gestisce l’edilizia residenziale pubblica. Dopo la presentazione “anticipata” della lista degli aspiranti alla sua successione, la rottura definitiva con il cda sul caso San Giacomo sarebbe stata per Anna Laghi, la classica goccia che fa traboccare il vaso: di qui la decisione di dimettersi.