Il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri è intervenuto oggi a Taormina, al dibattito “La fase liquidatoria nelle procedure esecutive nel fallimento e nel concordato”, evidenziando il forte legame che intercorre tra la giustizia e l’economia.

“Per risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito da parte delle aziende” ha dichiarato Ferri “il Consiglio dei ministri lo scorso 27 giugno ha approvato un decreto legge recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria, che contiene misure che affrontano molte delle cause che determinano la stretta creditizia. Tutte le misure muovono da un principio comune: un’azienda con problemi rischia di trascinare con sé altre imprese (fornitori di beni e servizi e intermediari finanziari) continuando a contrarre obbligazioni che non potrà soddisfare. Affrontare tempestivamente i casi di crisi aziendale consente di limitare le perdite del tessuto economico, sia nella dimensione strettamente imprenditoriale sia sul piano finanziario, o di risanare l’azienda, con benefici sul piano occupazione e più in generale tutelando il tessuto economico contiguo”.

Ha poi proseguito Ferri: “Con questo provvedimento, convertito in legge 132/2015, il Governo ha garantito alle imprese sane in difficoltà finanziaria l’accesso ad un quadro nazionale in materia d’insolvenza che permetta loro di ristrutturarsi in una fase precoce in modo da evitare l’insolvenza. Prima di questo provvedimento un’azienda che entrava nella spirale negativa faticava ad uscirne, non aveva più la fiducia delle banche che non davano più credito ed era costretta a cessare la propria attività con gravi conseguenze per l’economia e con la conseguente perdita di occupazione. Intervenire con questi provvedimenti ha dato una prima risposta nell’immediato, rimandando una misura di natura organica e sistemica allo schema definito dalla Commissione Rordorf. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso 10 febbraio 2016, un disegno di legge delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza elaborato dalla stessa Commissione”.

Il Sottosegretario ha così concluso: “il nostro Paese ha migliorato il suo ranking dal 29° posto al 23° in materia di risoluzione dell’insolvenza e delle procedure concorsuali. Il rapporto misura la facilità nel fare impresa in 189 Paesi e per il 2016 la Banca Mondiale ha riconosciuto importanti miglioramenti portando l’Italia al 45°, rispetto al 56° dell’edizione 2015”.