«Quali sono le risorse economiche e le modalità di finanziamento dell’opera, perché è stata scelta l’area di Turigliano, è prevista l’installazione di strumenti per il monitoraggio dell’aria e soprattutto chi potrà usufruire del servizio?»: sono questi i quesiti che Paolo Dell’Amico, residente della zona del Marasio, ha sottoposto all’amministrazione comunale sul caso del costruendo forno crematorio di Turigliano, in occasione della seduta del consiglio comunale di ieri sera. Si è trattato di un intervento “a titolo personale” che però ha dato voce a tante delle domande e dei dubbi sollevati fin qui dal Comitato di Turgliano, il gruppo di cittadini che si sta mobilitando contro la realizzazione dell’opera progettata da Amia e Apuafarma. E proprio sul progetto messo a punto dalle due municipalizzate si sono soffermati con particolare attenzione Dell’Amico e alcuni suoi vicini di casa. Secondo Dell’Amico e altri residenti ci sarebbero discrepanze tra gli atti e le dichiarazioni dell’amministrazione. Sì perché nella relazione generale al progetto alla voce “Finalità dell’intervento” si legge: «Oggetto dell’intervento è la realizzazione di un manufatto architettonico atto a tutti i procedimenti per la cremazione delle salme, per i soli cittadini carrararesi». Dell’Amico però, nel suo intervento, ha “sfoderato” anche un secondo documento, ovvero la relazione specialistica per l’impianto di adduzione del gas, dove si contempla l’ipotesi di un raddoppio della potenza, dai 600 kW previsti inizialmente fino a 1200kw. «Vogliamo sapere se pensate di far utilizzare questo forno crematorio ai soli carraresi o di accogliere richieste anche da fuori» ha sintetizzato Dell’Amico, precisando che si tratta di una discriminante fondamentale visto che un impianto “potenziato” sarebbe per molti residenti ancora meno affidabile e sicuro. Tanto  immediata quanto netta la replica dell’assessore all’Ambiente Massimiliano Bernardi: «Io penso che il forno crematorio debba servire Carrara ma non solo». L’esponente della giunta ha garantito che anche nel caso di un impianto aperto alle richieste provenienti da fuori il nostro territorio, «le emissioni saranno zero», confermando l’intenzione dell’amministrazione, «a procedere speditamente» nella costruzione di una un struttura ritenuta utile alla città .