C’è Claudia che voleva fare sapere a Diego che lo amava e lo ha scritto, nero su bianco, sul muro appena verniciato. Luca invece voleva fare sapere solo il suo nome, e anche lui l’ha scritto sul muro. Poi c’è chi voleva far sapere la sua data di nascita, chi la data in cui si è fidanzato con tizio o con tizia e chi invece voleva solo ricordare come è fatto un fallo e allora lo ha disegnato, gigante, davanti alle altalene e agli scivoli nuovi di pacca. Come se non bastasse, sotto una delle gradinate, si è formata una pozza enorme d’acqua, dove galleggiano bottiglie di vodka e Coca Cola. A nemmeno sette mesi dalla sua inaugurazione, la nuova piazza mercatale in via Bastione sembra l’ultimo quartiere di periferia. Piena di scritte – che nulla hanno a che vedere con la street art – sui muri, sui giochi, in terra,mozziconi di sigaretta, porte rotte. Nemmeno il tempo di ripulire, di riverniciare, di far sembrare quella piazza davvero nuova, poi, che i piccoli vandali ritornano e iniziano daccapo.

E questo è quanto emerso dal sopralluogo fatto  dalla commissione Lavori pubblici, presieduta dal consigliere Simone Ortori, di Articolo primo, nella struttura: la più importante opera realizzata da questa amministrazione (progetto però avviato dalla precedente giunta Pucci) con i fondi Piuss e che ha portato alla realizzazione di 120 parcheggi gratuiti (a disco orario).

«Non vogliamo fare polemica nei confronti dell’amministrazione comunale, anche se è chiaro che ci sono alcuni lavori che devono essere ultimati – fa sapere il presidente – però questa è un’opera strategica e va protetta. Abbiamo speso soldi nelle telecamere e allora bisogna fare in modo che siano utili. Non possiamo, dopo pochi mesi, trovarci una piazza così. Dobbiamo tutelarla».

Da un mese sono state attivate circa trenta telecamere a circuito chiuso distribuite nei tre piani (due di parcheggio più la piazza) dell’ex mercato. Gli uffici tecnici del Comune stanno adesso visionando le registrazioni che potrebbero portare all’identificazione di qualche vandalo e pure a qualche multa.

Però c’è dell’altro, perché secondo alcuni consiglieri comunali i lavori non sono stati eseguiti proprio a regola d’arte. «Dal sopralluogo – fa sapere il consigliere di Italia Unita, Stefano Caruso – sono emerse diverse criticità dovute, probabilmente, all’utilizzo di un materiale scadente nella realizzazione dell’opera. E questo succede perché questa amministrazione non sa cosa vuole fare da grande».

Il consigliere di centro destra punta il dito in particolare sulle infiltrazioni d’acqua che si vedono dal soffitto. «Si vede perfettamente la muffa», dice aggiungendo: «Quella pozza poi (vedi foto in alto, ndr)è da sei mesi che è lì. Se non si decidono a togliere l’acqua, il cemento marcisce».

Secondo Uilian Berti, vicesindaco e assessore con delega ai lavori pubblici, contattato da Il Tirreno, «quelle infiltrazioni d’acqua non sono causate da un materiale scarso – fa sapere – ma è il percolato normale del cemento armato. Ci vuole un po’ prima che asciughi, ma abbiamo voluto aprire subito la struttura per dare alla città i 120 posti auto».

E aggiunge: «Le pozze d’acqua che si possono trovare nell’asfalto, invece, possono essere causate dall’infiltrazioni dalle mura storiche, ma su quello non possiamo fare nulla».

 

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