La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta su Don Luca Morini, l’ex parroco di Caniparola, Fossone, e Avenza, chiamato dai propri parrocchiani con l’appellativo di don Euro per le sue pressanti richieste di contributi per le attività sociali della chiesa. Un anno fa l ’esplosione dello scandalo : foto, video e dichiarazioni scottanti da parte di un trentaquattrenne gigolò napoletano. «Ho avuto rapporti sessuali con lui, si spacciava per magistrato ma un giorno ho scoperto che era un prete. Faceva la bella vita in hotel e ristoranti di lusso: spendeva migliaia di euro, dei fedeli?».
Ecco se quei soldi erano dei fedeli o meglio di alcuni fedeli (quelli che hanno ovviamente sporto denuncia per appropriazione indebita) lo dovrà appunto stabilire l’indagine annunciata ieri mattina dal Procuratore capo Aldo Giubilaro. Poche parole le sue. «Sì, c’è una denuncia. Ho aperto un’indagine».
L’ipotesi di reato è quindi di appropriazione indebita: si accusa don Luca Morini di non avere speso i soldi ricevuti come offerte per fini sociali ma personali. Fin dall’inizio della vicenda, quasi un anno fa appunto, don Luca si era sempre difeso dicendo di non aver mai utilizzato soldi dei fedeli ma propri. Si parlò anche di una eredità di una parente.
Sulla questione delle offerte sta conducendo da tempo un’indagine interna anche la Curia che al momento non ha sporto alcuna denuncia su questo fronte. Ha invece agito sospendendo il parroco dalle sue funzioni e puntando da subito sul recupero della persona, della pecorella smarrita insomma. «Chiediamo perdono ai fedeli se hanno sofferto, se si sentono traditi dalla chiesa e se per colpa delle nostre lungaggini interne non siamo ancora riusciti a far piena chierezza sulla questione», ha detto domenica sul sagrato del Duomo don Luca Franceschini andando incontro ai parrocchiani che avevano inscenato una protesta silenziosa, chiedendo piena chiarezza sulla vicenda e nessuna copertura.
E’ bene precisare che l’inchiesta non riguarda il comportamento del parroco riguardo l’uso di droga o riguardo le sue inclinazioni sessuali che restano al momento legate alla sua sfera privata. In contrasto con il suo essere prete, certo, magari con risvolti di carattere morale ma al momento non penale. Al momento, perchè gli inquirenti stanno valutando anche i numerosi video e foto che stanno girando da tempo su Internet riferite alla sua persona. Ci sono delle denunce in Procura, è possibile che nei prossimi giorni altre persone sentano il bisogno se non di denunciare almeno di testimoniare la propria esperienza.
Qualcuno lo aveva già fatto, intervistato da Le Iene, il popolare programma tv di Mediaset, che per due volte, un anno fa e recentemente si erano occupate del caso. Caso che è riesploso con fragore nei giorni scorsi perché diversi parrocchiani hanno deciso, annunciato e fatto (domenica mattina) una fiaccolata davanti alla Curia. «Non contro la chiesama, al contrario, un gesto di fede da parte di tutte le persone che credono che la Chiesa stessa debba fortemente condannare gli abusi e non debba continuare a coprirli e a tacere».
Per Don Franceschini è ed è stato un problema di «lungaggini interne» ma nessuna voglia di non andare a fondo alla vicenda. Come aveva del resto ribadito la scorsa settimana il vescovo Giovanni Santucci.
Ma è passato un anno dallo scandalo, tanto, troppo tempo per i parrocchiani. Di qui la protesta. Che nella finalità – chiedere pubblica chiarezza – ha trovato, sotto forma di lettera- appello l’appoggio di alcuni parroci, don Raffaello Piagentini di Carrara in testa. «Il silenzio non sempre è d’oro», si ammonisce. Ora il caso prende due strade: una è quella dell’accertamento
il tirreno