Come è stato utilizzato il ribasso d’asta di 348 mila euro praticato dalla ditta Gliori relativamente al bando di gara per la ricostruzione del Pontemagra? Quanto è stato utilizzato del ribasso? È vero che il periodo di chiusura del ponte danneggiato causa lavori di ripristino non avrebbe dovuto superare i sessanta giorni? Siamo consapevoli che il termine di esecuzione dei lavori è scaduto da dieci giorni? I consiglieri comunali di Mulazzo, Roberto Malaspina e Gabriele Balestracci tornano all’attacco sul tema della ricostruzione del Pontemagra. E lo fanno, in primis, con un’interpellanza rivoluta al sindaco, Claudio Novoa.
«La seconda distruzione della passerella pedonale e il suo prolungato inutilizzo dimostrano quanto fosse insufficiente e fuori luogo immaginare che potesse essere un’alternativa valida al collegamento fra i comuni di Mulazzo e Villafranca – fa sapere Malaspina – Ma una considerazione ci viene spontanea: se una parte di quella passerella è rimasta in piedi, nonostante la piena del fiume, vuol dire che se invece di un pezzo ne fossero stati ben costruiti diversi tratti, sarebbe diventata un guado sicuro e transitabile anche per le macchine, cosa che noi avevamo intuito, ipotizzato e caldeggiato fin da subito, molto tempo fa. Avevamo creato appositamente anche un comitato pro-guado per dare forza e sostegno positivo all’iniziativa. Invece il sindaco, dopo averne promesso la realizzazione in un’assemblea, in un batter d’occhio e con un voltafaccia disarmante si è arreso supinamente al parere superficiale di alcuni tecnici della Provincia che hanno bollato l’idea come impraticabile senza approfondire in modo adeguato. Con i 348 mila euro di ribasso d’asta poteva essere costruito a regola d’arte e in sicurezza un guado carrabile, come è stato fatto da molte altre parti. Un guado utilizzabile fin dal primo giorno della chiusura del ponte che avrebbe evitato tutti i contraccolpi economici, i disagi e le spese che ogni giorno cittadini, commercianti e imprenditori sono costretti a sopportare. Nel frattempo del by-pass non si parla più».
il tirreno