Crisi nera per una delle aziende delle aziende leader delle macchine del marmo. Con una perdita di bilancio di oltre 11 milioni di euro, su un valore della produzione di 25 milioni e 900mila euro e un indebitamento di 43 milioni, il colosso Gaspari Menotti si avvia (a livello ufficiale, questo è doveroso dirlo, nessun provvedimento è stato ancora depositato in tribunale) verso il concordato fallimentare. A rischio settantadue posti di lavoro divisi equamente fra amministrativi e operai.
Una situazione difficile e un percorso che sembrerebbe segnato per l’azienda di Ciro Gaspari dove, stando sempre ai rumors che si sono scatenati proprio in queste ore, i dipendenti starebbero già da tempo lavorando “a singhiozzo” proprio a causa delle difficoltà della ditta. Si è parlato anche di amministrazione controllata ma la voce non ha avuto alcuna conferma ufficiale.
Quello che invece ha avuto conferma è l’affiancamento, alcuni mesi fa, di alcuni manager di una società specializzata milanese, dei “tagliatori di teste” che si era sobbarcati l’impresa di fare “ricamminare” l’azienda attraverso una ristrutturazione. Ma l’impresa, nonostante (sembra) la buona volontà dei dipendenti, non ha funzionato e così l’azienda è tornata d essere gestita dai vertici di sempre. E così già nelle scorse giornate, dai soliti ben informati, è arrivata la voce della presentazione del ricorso per concordato fallimentare, anche se in un primo momento si era parlato di ristrutturazione aziendale, da parte della Gaspari Menotti. Ricorso che sarebbe stato depositato in tribunale un paio di giorni fa ma che, a livello ufficiale (e dal registro delle imprese) non ha avuto per il momento conferma.
Quello che emerge è comunque una crisi, nerissima, del colosso delle macchine per marmo e granito e la preoccupazione per le sorti dei settantadue dipendenti per cui sarebbero già state attivate le trattative sindacali. E si tratta, soprattutto di una situazione delicatissima e tutta in via di definizione che tocca da vicino una delle eccellenze della tecnologia apuana e le famiglie dei dipendenti che da anni lavorano nella ditta e che ora rischiano di perdere il loro posto. Ma la buona notizia pare sia il proseguo dell’attività che salverebbe buona parte dei posti di lavoro
il tirreno