Ci risiamo. La SSICA (“Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari”), nonostante le proteste, a tutti i livelli, della Confartigianato continua imperterrita il salasso alle imprese del settore alimentare. Una tassa di centinaia di Euro l’anno (che si calcola sulla base dell’ammontare lordo degli stipendi erogati l’anno prima a dirigenti, impiegati, operai ecc. dell’azienda, ovviamente con perdita di tempo per raccogliere e inviare la documentazione) per tutte le imprese produttrici del settore alimentare che stando alla normativa devono pagare alla SSICA diventata, dal 2010, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Parma. A imprese della nostra provincia sono arrivati avvisi di pagamento intorno ai 500,00 Euro come contributo per il 2015! E se non si paga arriva puntuale la cartella esattoriale!
Tutto questo indipendentemente dal fatto che le imprese si rivolgano o meno alla SSICA per avere dei servizi ( ma quelli si pagano ovviamente a parte).
Una riflessione ci pare d’obbligo: in un momento di crisi come quello che stanno attraversando le imprese che senso ha continuare ad imporre alle piccole imprese e alle imprese artigiane una tassa così pesante per non aver nessun ritorno in quanto, è lapalissiano, la SSICA è utile solo ed esclusivamente per le grandi industrie del settore alimentare. Oltrettutto la “tassa” và a finire nelle casse di una Camera di Commercio che non è quella di residenza delle imprese ma quella di Parma.
Davanti a questa palese ingiustizia Confartigianato non ci sta: continuerà la battaglia a tutti i livelli, chiedendo anche l’intervento dei parlamentari della nostra provincia.
Una struttura come la SSICA dovrebbe essere abolita, in quanto profuma (per rimanere in tema alimentare) di carrozzone. Nel caso si ritenesse necessaria la sua esistenza Confartigianato ha chiesto tassativamente l’abolizione del versamento obbligatorio: la SSICA si alimenti, se ci riesce, solo attraverso i pagamenti per i servizi che le imprese richiedono.