La notizia era nell’aria da tempo ma, ciò non dimeno, ha sollevato preoccupazione per il futuro di quella che al di là dell’appartenenza politica viene considerata una realtà strategica per la promozione del nostro territorio e del suo bene più prezioso, il marmo. I consiglieri comunali di opposizione commentano l’annuncio con cui una settimana fa l’amministrazione regionale ha CONFERMATO la sua intenzione di dismettere le quote che attualmente detiene in otto aziende partecipate, tra cui anche Imm. E se il presidente Fabio Felici e il sindaco Angelo Zubbani erano intervenuti con parole rassicuranti, gli esponenti della minoranza non nascondono la propria preoccupazione. «Mi sarei aspettata che la città, i vertici della società e quelli dell’amministrazione reagissero in modo diverso… Ad Arezzo si sono risentiti tutti per questa scelta della Regione» osserva Claudia Bienaimè di Carrara Bene Comune, spiegando che a suo parere «se le fiere non hanno una governance pubblica sono destinate a fallire». Secondo il Movimento 5 Stelle la decisione della Regione, «conferma il poco interesse verso la nostra provincia, che pure avrebbe tanto bisogno di sostegno»: lo dice il capogruppo grillino Matteo Martinelli, sottolineando la strategicità del sito su cui sorge il polo fieristico e spiegando che, a suo parere, l’annunciata «rifusione tra Imm e Carrara Fiere per quanto utile non sarà sufficiente a rimettere in ordine i conti della società». «Chi si prenderà quel 36,4% di azioni che lascerà la Regione? O entra qualcuno disposto a investire in un settore in crisi o si rischia dovrà ridurre il capitale sociale» spiega Martinelli, che non esita a definirsi preoccupato. Lanmarco Laquidara (Ncd – Forza Italia Uniti per Carrara) conferma l’incertezza che aleggia sul futuro della società e sottolinea la necessità di tutelarla: «Ho sempre ritenuto che Imm fosse una proprietà in cui il comune di Carrara doveva essere il primo attore. Se il municipio subentrasse alla Regione diventerebbe maggiore protagonista di un settore strategico per la città» afferma il consigliere che come seconda opzione ipotizza l’ingresso di una cordata di imprenditori, rigorosamente carraresi.