Quando si parla di investimenti, proposte, imprenditori importanti e denaro, il riserbo deve essere assicurato, per evitare incidenti diplomatici. Ma quello che accade in provincia di Massa Carrara ha quasi dell’incredibile: non soltanto i piccoli imprenditori e gli artigiani non vengono facilitati e tutelati, come dice Confartigianato, quando si parla di lottizzazioni, prezzi delle aree industriali e capannoni, ma neanche i grandi imprenditori hanno vita facile qui sul territorio apuano. Se da una parte la politica “aborra” lo spezzatino delle aree industriali, aspettando ancora la grande impresa capace di investire su migliaia di metri quadrati, dall’altra è la stessa politica che, in un modo o in un altro, impedisce agli imprenditori più grossi di investire su questo territorio. Ultimo caso registrato: una cordata nazionale, un marchio famoso di dolci surgelati, ha chiesto udienza in comune per ampliare un capannone, investire centinaia di migliaia di euro e assumere 50 lavoratori. Dal nuovo RU, però, il capannone è entrato in zona PIE (pericolo idraulico elevato) e quindi l’ampliamento è impossibile; eppure all’imprenditore occorrerebbero oltre 10 mila mq per impiantare qui la sua impresa, già ben avviata in tutto il resto d’Italia. Quel che rimane del capannone esistente, inoltre, è in area SIN, quindi area soggetta a bonifica. I costi stimati per l’operazione di bonifica, che si sommerebbero a quelli dell’investimento imprenditoriale, sono saliti alle stelle e i tempi chiesti dal comune non sono risultati inferiori agli otto mesi e solo per inoltrare le pratiche. Risultato: a questi costi e a queste tempistiche, con possibilità di investire e ampliare pari a zero, i dolci surgelati hanno detto arrivederci a Massa Carrara e con loro anche le prospettive di ripresa economica e di occupazione locale.