Oddio, può essere un gioco anche prendere a martellate un giocattolo. Per vedere magari come è fatto dentro. Chissà se è stato così anche per quella decina di bambini di Quercia che, sotto la maxi calza da 25 metri che pende ogni anno per Befana dal campanile della chiesa, hanno distrutto col martello e bastoni le loro amate pistole e fucili giocattolo. Non solo quelle vecchie, col grilletto incerto o mancante, ma anche quelle appena appena arrivate per Natale.
Quelle che durante il catechismo hanno segnalato tra i regali appena arrivati al parroco don Roberto Turini. E don Roberto, classe 1936, di cose brutte con pistole e fucili ne ha viste tante durante la guerra, e non nei film in tv. Da qui l’appello alle famiglie e un discorsino anche ai ragazzi: portate le vostre armi giocattolo in chiesa, le distruggiamo per la pace. Sono regali che rendono normale avere e maneggiare le armi, nel nostro piccolo, nella nostra comunità diamo un segnale. Niente armi, non chiedetene più in regalo. E voi genitori, per favore non ne regalate più.
Il messaggio di don Turini è passato ed è stato recepito nella comunità di 500 anime o poco più. E così sotto la grande calza, dopo la tradizionale processione con le fiaccole accese, si è celebrato quasi un rito di liberazione, liberazione dalla violenza. Stop alle armi anche se giocattolo. Con un bel colpo del martello messo a disposizione del parroco. Bambini apparentemente divertiti di questo insolito risvolto in una già insolita festa dell’Epifania. E dopo? Per loro caramelle, frutta secca, mandarini. E chissà, a casa, qualche dono alternativo alle armi giocattolo portato dalla Befana.
Il tutto quest’anno sotto le telecamere di televisioni e flash dei fotografi. Perchè in tempi così oscuri e incerti – accendi la tv, e ovunque ci sono guerre e segnali di nuove guerre – un piccolo gesto di pace, di impegno per la pace, beh sì ,fa notizia. E’ una bella cosa. Durante la messa cantata don Turini ha precisato che non si trattava di una predica ma di una omelia.
E il messaggio è stato raccolto. In chiesa una ottantina di persone – tante viste la dimensione della comunità – babbi mamme , nonni e quel pugno di bimbi che ha dato l’esempio e sotto la maxi calza ha detto no alle armi giocattolo. Ridendo, come è giusto che i bambini facciano. Tra gli applausi poi. Giusto così, da Quercia dunque un segnale da raccogliere. Da meditare.
il tirreno