Un referendum popolare per annetter la provincia di Massa Carrara alla vicina Regione Liguria”. Provocazione di Cna, la principale associazione degli artigiani, preoccupata per il processo di “smembramento” e per il crescente disinteresse da parte della Regione Toscana e del Governo centrale che non hanno riconosciuto lo stato di “area di crisi complessa” favorendo, come indiretta conseguenza, Livorno e Piombino che invece stanno godendo di agevolazioni e di un progetto di rilancio. A preoccupare è anche il ritardo ed il silenzio attorno alla firma dell’accordo di programma che avrebbe dovuto aprire un percorso nuovo di riqualificazione e reindustrializzazione che Paolo Bedini, Presidente degli artigiani, ha rimarcato durante il tavolo promosso dalla Camera di Commercio. Anche Cna sosterrà l’appello dell’ente camerale con cui il territorio chiederà chiarezza alla Regione Toscana e al Governo. “A distanza di poco più di un anno è stato totalmente negato al nostro territorio lo status di area di crisi indirizzando contestualmente tutte le risorse sull’area di Piombino e Livorno. Una ulteriore prova è la quasi ormai certezza che il porto di Marina di Carrara, nella bozza del decreto firmata dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sarà assorbito da quello di La Spezia. Purtroppo – fa notare il presidente di Cna – questa notizia sembra identificare un preciso percorso di abbandono da parte della Regione Toscana verso il territorio di Massa Carrara”.

Cna cita gli altri “disimpegni” nei confronti del territorio come le Zone franche Urbane, deliberate dal Ministero e in giacenza presso la regione Toscana. “Paghiamo il fatto, da un lato di essere in una regione anomalia, nel senso che forse siamo l’unica regione bagnata dal mare in cui in capoluogo è nell’entroterra e dall’atro il fatto che magari i nostri rappresentanti regionali e nazionali non hanno mai lavorato per dare dignità, prosperità e futuro a questo territorio, quanto piuttosto a favorire piccoli centri di interessi. La cosa preoccupante – spiega ancora Cna – è la difformità di veduta e lo smembramento che subirà. Da un lato verranno allontanati una buona parte dei riferimenti statali o governativi, è già successo con la provincia, senza un minimo di progettualità, dall’altro su una partita importante come quella del Porto e della sua economia, si indica come una soluzione quella di migrare e cercare fortuna verso un altro contesto regionale. Sta già accadendo con la Corte d’Appello, per cui noi, toscani, dobbiamo andare a Genova, sta già accadendo sul fronte della scuola con molti giovani che preferiscono spostarsi alle scuole superiori liguri perché non riusciamo a garantirgli plessi adeguati ed accoglienti. Era già accaduto in passato con la Regione Lunezia. Di fronte a una tale situazione, ad un abbandono  totale di questo territorio, forse la risposta migliore sarebbe che lo stesso territorio decida cosa vuol fare e all’ora l’idea di indire un referendum popolare per il distacco della provincia di Massa Carrara dalla Regione Toscana e la successiva aggregazione alla Liguria, non risulta così tanto peregrina. Già una volta – conclude Cna – avevamo ipotizzato un trasferimento di aziende sul versante Ligure, oggi più che mai questa soluzione non sembra essere non considerabile”.

Da qui l’intenzione di chiedere, nelle prossime settimane, un incontro con il Governatore della Regione Liguria, per capire se l’eventuale accorpamento delle Autorithy, non possa essere solo l’inizio di un percorso di inclusione del territorio apuano in Liguria.