Nel corso della seduta, riservata alle audizioni degli operatori balneari, è stato annunciato che la commissione proporrà alla Giunta regionale di destinare una parte delle risorse del canone demaniale regionale allo sviluppo della costa
“Abbiamo voluto fare questo incontro nonostante sia già stata trovata l’intesa con la Giunta per non aumentare i canoni demaniali perché sappiamo quanto importante sia per il settore superare la situazione di incertezza che dura ormai da anni e ha bloccato gli investimenti e posto un serio freno allo sviluppo e al rilancio dell’area costiera”.
Così si è espresso il presidente della commissione istituzionale Toscana costiera, Antonio Mazzeo del Pd, nel corso della seduta odierna dedicata alle audizioni dei rappresentanti di imprenditori ed operatori balneari. Aperti rimangono i temi dei dividenti demaniali e delle concessioni e il presidente ha garantito che “la commissione terrà alta l’attenzione su entrambi” perché “quello dei dividenti demaniali, regolamentato dalla legge 125/2015, è un punto fondamentale che non riguarda solo la Toscana, ma sul quale, per quanto di sua competenza, chiameremo la Regione a fare la sua parte a cominciare dalla prima scadenza, prevista per la metà di dicembre, quando sarà chiamata a presentare l’atto ricognitore e le eventuali proposte di modifica relative alle linee di confine”. Mazzeo ha annunciato un approfondimento in tempi rapidi per capire “se e come andare a recuperare pezzi di costa nella disponibilità di Stato, Regione e Comuni”.
Quanto alle concessioni il presidente Mazzeo ha ricordato che “è di oggi la notizia che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si riunirà il 3 dicembre per rispondere, in sintesi, alla domanda delle domande e cioè di chi è ciò che insiste sulle concessioni demaniali”. In discussione, ha spiegato il presidente, c’è la legittimità o meno della proroga delle concessioni, in scadenza nel 2015, varata dal Governo italiano e sulla base della quale i Comuni hanno già rilasciato le concessioni fino al 2020.
Alla seduta sono intervenuti esponenti delle associazioni regionali di Confcommercio, Confindustria, Confesercenti, Cna e Confartigianato, nonché alcuni amministratori locali, tra cui il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e il vicesindaco di Piombino Stefano Ferrini. Tra i tanti temi emersi, la necessità di superare la crisi che attanaglia il settore ormai da sette, otto anni, a cominciare dalla possibilità che la Regione, uscendo dalla necessità di tamponare le emergenze, possa volgere la sua azione politica verso il rilancio del settore.
Molte anche le questioni poste all’ordine del giorno dai consiglieri regionali intervenuti, spinti dalla necessità di apprendere quali sono i più stringenti problemi che affliggono gli operatori del settore balneare in Toscana e su come è possibile redarre delle politiche condivise. Così, se Stefano Baccelli, Pd, ha messo l’accento sulla necessità di migliorare le infrastrutture, Giacomo Giannarelli del M5s ha chiesto di iniziare a pensare di fare del turismo “un asse strategico di sviluppo regionale”, mentre Elisa Montemagni della Lega Nord ha annunciato che “vigileremo su quanto la Regione intende fare perché siamo dalla parte degli imprenditori balneari”. Gianni Anselmi del Pd ha affermato che “bisogna trovare soluzioni condivise”, Tommaso Fattori di Sì ha chiesto per la Toscana balneare “un modello che non depauperi l’ambiente e sia in linea con una visione armonica e sostenibile dello sviluppo”, Roberto Salvini della Lega Nord ha affermato che “questi imprenditori producono ricchezza e vanno aiutati in tutti i modi” ed Andrea Pieroni del Pd ha evidenziato che “da questa seduta viene fuori una sorta di piano strategico per l’industria della balneazione”.
Il presidente Mazzeo, raccogliendo le sollecitazioni emerse nel dibattito, ha concluso annunciando che la commissione lancerà una prima proposta alla Giunta: “Verificheremo con l’assessore Vittorio Bugli la possibilità di destinare almeno una parte delle risorse del canone demaniale regionale allo sviluppo della costa. Sarebbe importante creare un meccanismo virtuoso per cui le risorse pagate sotto forma di imposte possano poi tornare sul territorio per interventi che possano andare a beneficio di tutti”.