Avrà un’altezza di circa 8 metri sulla strada e di 6 metri rispetto al livello medio dell’alveo: sarà realizzato in cemento armato con uno spessore che oscillerà dai 30 centimetri nella parte più alta ai 70 centimetri della base.  La fondazione sarà costituita da una soletta continua con una larghezza di 4 m e e uno spessore 1.0 m, fondata su pali trivellati ad elica. E sarà posizionato in modo tale da fungere da confine tra la strada via Argine Destro e l’alveo del torrente Carrione.

Sono questi i dettagli del progetto della nuova sponda del Carrione per il tratto interessato al crollo di un anno fa, messo a punto dal professor Giovanni Cardinale su incarico dell’amministrazione regionale. Un argine nuovo di zecca che andrà a sostituire il lavoro fatto in somma urgenza nelle settimane immediatamente successive l’alluvione. Un muro, come già anticipato, lungo 280 metri che costerà circa 4 milioni di euro, già stanziati dalla Regione Toscana.

Un report lungo e dettagliato quello curato dal professor Cardinale, che in 46 pagine descrive per filo e per segno tutti gli aspetti tecnici della nuova opera “figlia” – si fa per dire – degli studi idraulici e geologico condotti sul quel tratto del torrente. Ma nella sua relazione Cardinale non si  limita a parlare del nuovo argine, ma dedica alcuni importanti passaggi anche a quello “sopravvissuto” al cedimento del 5 novembre. «Le indagini effettuate sul vecchio muro d’argine rimasto in piedi confermano l’incongruenza tra stato

realizzato e stato di progetto» scrive il docente a pagina 26 della sua Relazione Generale .«Ciò implica uno stato delle conoscenze insufficiente dell’opera rimasta in posto dopo il crollo che – mette nero su bianco Cardinale – dovrà essere demolita a causa delle evidenti instabilità statiche». Un’affermazione quella del luminare che suona come una risposta a distanza alla petizione lanciata la scorsa estate dai residenti della Zona Rossa. Consapevoli dei problemi strutturali della sponda, preoccupati che l’argine sopravvissuto possa fare la stessa fine di quello crollato, i cittadini avevano chiesto la palancolatura di tutto il tratto di muro, da via Pucciarelli fino alla foce. La Regione Toscana aveva risposto picche, decretando lo stop ai lavori di somma urgenza e lasciando intendere che anche quell’argine sarà “sistemato” nell’ambito della revisione di tutta l’asta del torrente. Una sistemazione che si preannuncia costosa e complicata, visto che il professor Cardinale annuncia la necessità di una demolizione tout court.

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