Centottanta cause di risarcimento danni intentate al Comune, dallo scorso mese di gennaio ad oggi. Centottanta procedimenti relativi, per la stragrande maggioranza a cadute accidentali a causa di buche sulla strada o asfalto connesso e radici sui marciapiedi. Le maggiori riccorenti sono le donne, e l’età media è molto alta: in sostanza sono tante le anziane che dopo una brutta caduta chiedono il conto al municipio. In minoranza gli uomini e, anche in questo caso, a intentare causa sono soprattutto le persone di mezza età.
Il trend. Centottanta pratiche ad oggi. Rispetto all’anno precedente la media non si è alzata e sembrano lontani i tempi (il 2013) quando le cause intentate per il risarcimento danni dovuto alla cattiva manutenzione di strade e marciapiedi sono erano state 350, quasi una al giorno. Un vero e proprio super lavoro, e super richieste danni, per il palazzo. Quest’anno fino ad ora le pratiche di cui si stanno occupando gli avvocati Sonia Fantoni e Marina Vannucci e il responsabile dell’ufficio sinistri, Paolo Ciari, sono 180, lo scorso anno erano state 460, compreso i procedimenti avviati per i danni dell’alluvione, che erano in totale 150.
Buche e radici nel mirino. Al primo posto delle cause civili presentate al Comune ci sono le buche e i marciapiedi sconnessi. In tanti hanno finito per inciampare, per molti si è trattato di cadute rovinose avvenute quasi sempre di mattina, nell’orario, classico, della spesa. E qui, nell’asfalto danneggiato c’è chi si è fatto anche parecchio male: per donne anziane infatti la rottura di un femore comporta un cambiamento sostanziale della propria vita. Un’altra particolarità, che emerge dai dati dell’ufficio sinistri, è che le pratiche arrivano da Carrara città, Marina e Avenza. Sono rarissime invece quelle che partono dalle frazioni e dai paesi a monte. Insomma sembra che ci si faccia male con più frequenza nei centri urbani, molto meno nelle frazioni.
La carica dei furbetti. C’è chi (ma i casi in realtà sono pochi, tre nell’ultimo anno) deve essere molto sbadato. O molto sfortunato. Fatto sta che fra buche, radici, e asfalto sconnesso che danneggia la macchina, di cause di risarcimento danni al Comune ne fa più di una. Quasi a cadenza mensile, quasi per tirare su un piccolo stipendio, anche se naturalmente bisogna aspettare i tempi che segue l’iter delle cause civili. C’è chi addirittura dopo essersi visto liquidare un sinistro cambia avvocato e chiede i danni, per lo stesso episodio (leggi infortunio) per una seconda volta. E, infine, e questa è la tendenza di questo ultimo periodo, c’è chi intraprende una causa penale, con l’obiettivo di arrivare prima al risarcimento.
Le curiosità. Due nuotatori, nella piscina comunale di Carrara. Per un errore di traiettoria, o forse nella foga di terminare le vasche, finiscono uno contro l’altro, rimediando una testata. Uno dei nuotatori finisce al Pronto soccorso e, subito dopo fa causa al Comune. Quale responsabile delle piscine pubbliche: forse per la mancanza di un vigile a dirigere il traffico nelle corsie. Il padrone di una cane che, in giro per la città, vede il fidato amico a quattro zampe aggredito da alcuni cani randagi. L’animale rimedia delle brutte ferite. Il proprietario non ci mette tempo di mezzo e fa causa al Comune di Carrara, nella persona del sindacoAngelo Zubbani, quale responsabile della gestione dei randagi. E poi ci sono i cavalli di battaglia, le cause di risarcimento che sono diventate un classico per l’ufficio sinistri di Palazzo civico. Come quella del pensionato che, a causa di un escremento di piccione che, “piovendo” è proprio il caos di dirlo dall’alto, gli ha rovinato il cappotto, ha portato il conto della lavanderia e ha chiesto di essere risarcito.
il tirreno