La prima cosa che verrebbe da dire è che non c’è proprio più religione. Sì perché i vandali l’altra notte hanno preso di mira il santuario di Panicale, nel comune di Licciana Nardi.

Tutto è avvenuto nella notte di venerdì. Ignoti, approfittando anche della posizione isolata del santuario, hanno provato, armati di un piede di porco, a scardinare i portali di legno massello per penetrare all’interno del santuario. Con la loro azione sono riusciti a rovinare irrimediabilmente le serrature in ferro. Ma i ladri non hanno avuto la meglio sui portali in legno e alla fine hanno desistito e lasciato la loro opera a metà.

Ad accorgersi della tentata incursione è stato il parroco del santuario, don Stefano lagomarsini che, segnale dei tempi in cui tutti si è connessi, ha postato le foto dei vandalismi sulla sua pagina Facebook. Con un commento che dice tutto: «Provo tanta sofferenza e tristezza per l’azione da parte di vandali nel riguardo del santuario di Panicale».

I commenti si susseguono. «Don è una vergogna», scrive Silvia. «Mi dispiace Don, che delusione sono certe persone» commenta Gianluca. E vincenzo chiosa: «Vandali…. preghiamo per loro». Un raid che sarebbe stato finalizzato alla caccia agli ex voto in oro che, nella vallata della Lunigiana, si usa ancora tributare alle immagini sante. Ma, e a spiegarlo è lo stesso don Luca, la tradizione, proprio per scongiurare i furti, è cambiata. «Gli ex voto ci sono sempre – spiega il sacerdote – ma li conserviamo in banca, in cassaforte perché, soprattutto in Lunigiana molti santuari, ma a volte anche le parrocchie sono isolare e potrebbero esserci problemi di sicurezza. In occasione delle feste patronali gli ex voto (monili d’oro e in argento) vengono cuciti su un panno ed esposti».

Di questo cambiamento, legato al problema della microcriminalità che colpisce – purtroppo – anche le chiese, molto probabilmente i ladri dell’altra notte non erano stati informati. O potrebbe anche essersi trattato di un mero atto vandalico per penetrare nel santuario dove, da maggio al mese di novembre vengono celebrate le messe. Una sfida ad aprire i portoni che custodiscono il luogo sacro. Un danno senza alcuno scopo, solo per il gusto della profanazione. Sta di fatto che adesso il santuario deve fare i conti con i danni provocati dal raid e la priorità è rimettere in sesto i portali anche per scoraggiare ulteriori incursioni.

Una corsa contro il tempo perché per tutto il prossimo mese il santuario dovrebbe ospitare

le funzioni religiose.

Intanto, dopo la solidarietà “virtuale” ricevuta su Facebook, stamani il parroco don Stefano dal pulpito ha intenzione di raccontare ai fedeli l’accaduto. E, sicuramente, scoraggiare eventuali nuovi tentativi da parte dei ladri.

 

il tirreno