PER CAPIRE LE RAGIONI DELLA MORIA DI UCCELLI NEL CARRIONE SERVIRANNO ALTRI ESAMI. LO DICONO GLI ESPERTI DI ASL1 RACCONTANDO CHE A DIFFERENZA DEI VOLATILI DECEDUTI SU LAVELLO E BRUGIANO, QUELLI RITROVATI NEL TRATTO AVENZINO DEL CARRIONE NON PRESENTANO LESIONI IMMEDIATAMENTE RICONDUCIBILI A PATOLOGIE NOTE.
Gli organi interni non presentano lesioni evidenti ma, dagli esami, emerge con chiarezza che gli animali non si alimentavano da tempo. E’ quanto ha stabilito l’Istituto Zooprofilattico di Pisa a seguito dell’indagine anatomo-patologica sui nove uccelli ritrovati morti lunedì nel tratto avenzino del Carrione. Il dottor Armando Tognoni, direttore del dipartimento di Santità Animale di Asl1 spiega che questa volta, per capire le ragioni dei decessi serviranno ulteriori esami. Sì, perché mentre i volatili ritrovati su Brugiano e Lavello presentavano negli organi interni lesioni più evidenti, che hanno permesso agli esperti di ricondurre il decesso al “batterio killer”, gli animali morti sul Carrione queste lesioni non le hanno. O meglio le lesioni ci sono ma sono di entità così lieve da non permettere una immediata associazione con le patologie conosciute. «Gli esemplari sono stati inviati all’Università di Tor Vergata a Roma, per ulteriori indagini» annuncia il dottor Tognoni, precisando che le differenti condizioni rilevati nei due gruppi di uccelli potrebbero avere diverse spiegazioni. «I fattori che hanno portato alla moria potrebbero essere diversi oppure la patologia che ha colpito i volatili del Carrione potrebbe essere uguale ma in uno stadio più lieve rispetto a quella che ha ucciso gli uccelli su Brugiano e Lavello». Per saperlo si dovrà attendere la risposta dell’ateneo capitolino. O magari l’esito degli esami che Arpat sta effettuando sulle acque del Carrione. Intanto per i tre corsi d’acqua interessati alla moria di uccelli restano in vigore le ordinanze di divieto di accesso all’alveo e agli argini, emesse dai Comuni di Massa e di Carrara.