Sulle ultime vicende di Villa Massoni occorre fare un po’ di chiarezza. Quando nel settembre del 2012 apprendemmo che alcune associazioni cittadine (Massa Picta e Università 50&più) avevano aderito alla campagna del FAI “I Luoghi del Cuore” impegnandosi in una raccolta di firme, rivolgemmo a mezzo stampa un pubblico appello alle altre associazioni cittadine invitandole ad unirsi all’iniziativa. Italia Nostra aderì di slancio e grazie anche al suo determinante contributo, in circa quattro mesi (da settembre a dicembre 2012) fu raggiunta la considerevole cifra di oltre 18.000 firme, un vero plebiscito che coinvolse un terzo della popolazione, testimonianza evidente di quanto la salvaguardia del complesso architettonico sia caro ai cittadini. La raccolta delle firme, almeno nelle intenzioni di Italia Nostra e al di là del raggiungere un buon piazzamento nella classifica FAI, aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e ancor più le Istituzioni sullo stato di abbandono della villa, un degrado visibile anche a occhio nudo dal tornante che conduce al Castello Malaspina. In questo frattempo la proprietà , anziché partecipare all’iniziativa, dalla quale non avrebbe fatto altro che trarne vantaggio, taceva e anzi manifestò contrarietà (affermerà a mezzo stampa che le Associazioni avrebbero dovuto raccogliere fondi e non firme ). La campagna si concludeva guadagnando un 11° posto tra i Luoghi del cuore italiani, un risultato francamente insperato e il FAI, in data 30 luglio 2013, contattava la proprietà chiedendo se volesse presentare una richiesta specifica di un seppur minimo intervento di restauro. Anche in questo caso la proprietà tacque, come d’altra parte restarono senza risposta i nostri inviti, rivolti a mezzo stampa, che sollecitavano un incontro tra proprietà e istituzioni. Al perdurante silenzio, Italia Nostra si rivolgeva alla Soprintendenza invitandola ad effettuare un sopralluogo per verificare lo stato di conservazione della villa. Ricordiamo che la stessa è stata sottoposta a vincolo con Decreto del 27.09.1975 e come tale il Ministero e dunque la Soprintendenza possono e debbono controllare lo stato di conservazione e custodia. Il 12 dicembre 2013 alla Soprintendenza veniva concesso l’accesso al parco ma negato quello all’interno della villa. La stessa cosa si ripeteva il 25 giugno del 2014. Da qui l’esposto denuncia alla Procura, grazie al quale il Nucleo operativo dei carabinieri , unitamente agli incaricati della Soprintendenza, nell’aprile 2015 hanno potuto varcare le soglie del complesso, non senza difficoltà a causa dei rovi infestanti. Lo spettacolo che si è loro presentato è a dir poco devastante : balaustre spaccate, statue a terra in pezzi e le foto stanno lì a dimostrarlo; ma c’è di più, quanto temevamo si è purtroppo rivelato fondato , sussiste infatti il reale pericolo di cedimenti strutturali. Un rapido intervento di messa in sicurezza non è dunque più dilazionabile. Nel frattempo, sempre nell’intento di trovare una soluzione, Italia Nostra si è fatta da tramite tra l’Amministrazione Comunale e l’Ente Parco Apuane, quest’ultimo disposto ad investire sul restauro una certa cifra. Ne è scaturita la costituzione di una Commissione presieduta dal vice sindaco Uilian Berti, con lo scopo appunto, al di là di facili illusioni, di verificare se sussistano concrete possibilità di recupero in accordo coi proprietari che, guarda caso, solo in data 16 giugno di quest’anno scrivono al Sindaco offrendo la disponibilità di parte del parco. A questi punti ci auguriamo che il sequestro della villa possa avere come conseguenza, da una parte, e finalmente, un serio accordo bonario con la proprietà, dall’altra, sfociare in un non prorogabile intervento da parte del Ministero che non può più fare orecchie da mercante.
p.Italia Nostra
Franco Frediani