Stava giocando vicino a un cancello, nei pressi di casa. Tranquillo, spensierato e felice. Stava passando una domenica divertente, insieme alla sua famiglia, ai suoi amici. Ma l’imprevisto era lì, dietro all’angolo. Aprilo e chiudilo, aprilo e chiudilo quel cancello, probabilmente non fissato come si deve, è venuto giù. All’improvviso, senza dargli neppure il tempo di scappare. E il bambino c’è rimasto sotto. Immobile per svariati interminabili secondi. Con il sangue che usciva dalla fronte. A dare l’allarme i bimbi che erano con lui, ad accorrere la madre e il padre, spaventatissimi. È successo poco dopo pranzo sulle colline del Candia.
È stato chiamato il 118 e un’ambulanza è salita a sirene spiegate. Caricato a bordo il piccolo, di appena sette anni, il medico, nonostante fosse cosciente, ha deciso di portarlo immediatamente al Meyer di Firenze con l’elicottero. Perché si lamentava per il dolore alla testa e diceva di non muovere bene le gambe (il cancello gli aveva schiacciato anche la schiena). Così invece di andare all’ospedale l’ambulanza si è diretta a tutta velocità verso l’aeroporto del Cinquale, dove era già pronto l’elicottero Pegaso. A bordo il bambino, la mamma, il medico e due volontari del servizio alpino, che prestano soccorso in questi casi.
All’inizio c’era molta apprensione, soprattutto tra il personale sanitario perché il paziente non sembrava rispondere con prontezza agli stimoli a cui veniva sottoposto, come se fosse caduto in una sorta di stato di torpore. Invece con il passare dei minuti la situazione è migliorata decisamente, il piccolo si è rasserenato e ha risposto alla madre e al dottore. Con cognizione di causa, sapeva esattamente dove si trovava e cosa era successo. Non come, ma quello era dovuto allo stato di choc.
Appena atterrati al Meyer, la barella è stata portata in radiologia. Lì gli esami sono stati accurati. Poi anche una tac alla testa, perché sulla fronte con il passare dei minuti si era formato un ematoma preoccupante. Tutti gli esiti però sono stati negativi.
Il Pegaso è ripartito verso il Cinquale, mentre la mamma e il figlioletto sono rimasti all’ospedale. Lì il piccino sarà ricoverato almeno fino a questa mattina perché nonostante le sue condizioni di salute siano buone – ha cominciato a fare domande e a chiedere quando potrà tornare a casa – gli specialisti hanno deciso di tenerlo sotto osservazione almeno per tutta la notte. Quel bernoccolo non è niente di serio, ma è meglio non sottovalutare la ferita perché la botta è stata forte. Comunque nonostante il trambusto e lo spavento in quella famiglia è tornata la serenità. Ora non resta che aspettare il rientro del piccino per fare festa.
il tirreno