Sodini: “Tema al centro prossimo Osservatorio del credito. Tassi di interesse puntivi”.
Le imprese apuane pagano il denaro il 2% in più rispetto alle aziende delle altre province toscane. Negli ultimi due anni iltasso di interesse medio è salito dal 7% al 9% contro un incremento medio dell’1,5% a livello regionale. Una impennata, non la prima in verità, che non trova però “giustificazioni e motivazioni effettive nella realtà” nonostante i segnali incoraggianti sul fronte dell’export ed tassi di sofferenza perfettamente allineati a quelli regionali. A rivelarlo è l’Istituto di Studio e Ricerche della Camera di Commercio di Massa Carrara che porterà il tema al centro del prossimo incontro dell’”Osservatorio del Credito” nato lo scorso luglio per volere dello stesso ente camerale con l’obiettivo di “monitorare, vigilare e correggere” i comportamenti con cui gli istituti di credito del territorio stanno reagendo alla crisi e alle difficoltà delle imprese. L’Osservatorio è partecipato anche dalle banche, oltre che dai commercialisti e dai rappresentanti delle associazioni di categoria ed è quindi, il luogo giusto per “affrontare il problema”. “Le nostre imprese pagano il denaro di più: vogliamo capire le ragioni per cui qui il tasso di interesse è più alto chealtrove. Fino ad oggi sono state date risposte vaghe e poco chiare, e questo non va assolutamente bene”: per Dino Sodini, Presidente della Camera di Commercio di Massa Carrara bisogna mettere le imprese nelle condizioni di competere, ad armi pari, sul mercato. “Difficoltà di accesso al credito, parametri restrittivi e sempre più il costo proibitivo del denaro comprimono le potenzialità delle imprese provocando al contempo una sofferenza diffusa nella struttura economica e sociale”. La capacità di ottenere finanziamenti e liquidità è inoltre uno degli snodi centrali per “spezzare” il ciclo economico negativo che sta vivendo, ormai dal 2006, il nostro territorio: “senza liquidità, senza il sostegno delle banche e gli istituti di credito le imprese non possono uscire da questa fase, almeno non solo con le proprie forze. Insieme alla pressione fiscale e alla burocrazia, la stretta del credito ed il costo del denaro rappresentano i principali punti di debolezza del nostro sistemaeconomico: dal prossimo tavolo dovranno uscire risposte chiare ed esaustive e soprattutto soluzioni per livellare un gap che oggi penalizza ingiustamente le nostre imprese”. Per la Camera di Commercio spetta anche agli Istituti Bancari il compito di ridare “fiducia e prospettive al territorio”: “la mission delle banche – conclude Sodini – è anche quella di sostenere il territorio, fatto di persone, famiglie ed imprese. Chiederemo chiarezza”.