Siena si sdegna di Grosseto, Prato guarda in cagnesco Pistoia. E ovviamente i livornesi muoverebbero (metaforicamente) Capraia e Gorgona alla foce dell’Arno per annegare i pisani e Pisa godrebbe a veder fallito il «porto galeotto». Una delle ultime prese di posizione è quella del presidente della provincia di Massa Carrara (altre due città cugine e rivali) Osvaldo Angeli. «La mia provincia accorpata con quelle di Prato e Pistoia? L’ipotesi non la commento neppure», dice con quell’espressione un po’ imbambolata di chi crede di vivere un sogno invece che un’ipotesi del governo centrale.

Ma poi si riprende e rilancia: «Massa Carrara devono stare con Lucca, insieme abbiamo un territorio omogeneo, che va dal mare e ai monti. Penso alla costa apuana e alla Versilia, guardo alle Apuane». Ci sarebbe anche la Lunigiana, nella ormai moribonda provincia di Massa Carrara, il problema è che i cittadini di questa terra di confine (un po’ toscana, un po’ ligure e un po’ emiliana) chiedono addirittura di cambiare regione. «Vogliamo La Spezia, la Liguria», dice il sindaco di Zeri Egidio Pedrini. Una battaglia destinata però a naufragare, perché una cosa è certa: le province si cambiano, i confini regionali no. Ma l’ultima notizia, la più clamorosa, non è tanto l’uscita di Angeli, ma quella del sindaco di Massa, Roberto Pucci (l’eretico fondatore del Pd eletto sbaragliando a livello locale la burocrazia del partito).

Pucci non vede positivo un’unificazione Massa Carrara Lucca che, sostiene, altro non sarebbe che un’annessione come rischia d’essere quella tra Livorno (più popolosa) e Pisa. E lancia una super idea. Anzi una super provincia: Livorno, Pisa, Massa Carra e Lucca: un’area vasta da 1,4 milioni di abitanti da far paura persino a Firenze. «Avremmo un aeroporto (più due piccoli quello del Cinquale e dell’Elba), due porti industriali, un’università, centri di ricerca, industrie di tutti i tipi — spiega — Ne ho parlato con i colleghi sindaci dei comuni interessati e tutti sono d’accordo. È favorevole il sindaco di Livorno Cosimi, quello di Carrara Zubbani, il lucchese Tambellini, il pisano Filippeschi. Il capoluogo? Nessun capoluogo, solo un’amministrazione condivisa. La presidenza a Livorno, la vice presidenza a Pisa, e poi assessorati a Lucca, Massa, Carrara. Ognuno secondo le proprie competenze.

Insomma una struttura multicentrica». Capace, secondo Pucci, di superare anche i campanilismi e le dicotomie Pisa-Livorno, Massa-Carrara-Lucca e così via. A proposito di campanili. Tra Pisa e Livorno continua la tenzone. Folcloristica, ma anche politica. Dopo l’esternazione indignata del sindaco pisano Marco Filippeschi (che i livornesi chiamano Filippescu) contro «Livorno capitale». Ieri anche il presidente della provincia di Livorno e compagno di partito di «Filippescu» ha trattato la questione in consiglio provinciale citando addirittura Napoleone «il migliore statista dell’epoca moderna». Colpito dalle reazione pisane alla notizia che sarà Livorno il capoluogo di provincia, Giorgio Kutufà ha ricordato non solo la città labronica è sempre stato capoluogo di provincia sin dall’unità d’Italia ma «che all’epoca aveva per la prefettura una dotazione di 30mila lire e Pisa di 10mila lire» e quando dal 1808 al 1814 le due città furono unite nel Departement della Mediterranée, «per decisione dell’imperatore Napoleone Livorno era prefettura e Pisa sottoprefettura».

Immediata la replica a distanza di Filippeschi: «Si getta benzina sul fuoco dei localismi, sostenendo ancora una tesi tutta da dimostrare, e si deride — parlando da rappresentante di un’istituzione — una comunità come quella della provincia di Pisa. Mi dispiace constatare che queste dichiarazioni poco responsabili e per niente rispettose dimostrano come il comportamento del presidente Kutufà sia doloso». E c’è chi ironizza: «Non vorrei svegliarmi con nuovi amministratori con in testa il cappello di Napoleone — scherza Giannini capogruppo di Sel nel consiglio comunale livornese — Pensiamo al futuro delle nostre città e dimentichiamoci campanilismi stupidi e anacronistici».

Marco Gasperetti 30 agosto 2012-Corriere Fiorentino-