Si è chiuso oggi dopo tre anni di attività il progetto transfrontaliero Pimex sulle piattaforme logistiche integrate per lo sviluppo delle relazioni commerciali. Una definizione particolare per un progetto che in sostanza mira a mettere maggiormente in comunicazione gli scali portuali toscani, liguri, sardi e corsi. Ma la vera novità per Carrara sono i risultati dell’indagine svolta nel 2009 sui traffici dello scalo carrarese e sul progetto per la nuova viabilità portuale. A sorpresa, per i non addetti ai lavori, non è il marmo la materia più trafficata nel porto apuano, e non è neanche il comparto della meccanica, ben si è il comparto della chimica che nel 2009 ha mosso 310mila tonnellate in entrata e 370mila tonnellate in uscita. Seguito dal marmo con 250mila in entrata e 190 mila in uscita. Poi si colloca la meccanica, che però, nel 2009, non era ancora interessata dal nuovo insediamento del Pignone di Avenza. Un dato importante, infine, è l’alimentari che ha mosso 2mila e 300 tonnellate in entrarta e mille e 800 in uscita. Complessivamente gli operatori del porto di Marina di Carrara lo giudicano buono per la viabilità di accesso e per l’efficienza logistica, bocciando in toto invece il collegamento ferroviario, che ad oggi, è ancora lontano da essere valida alternativa alla gomma. Il porto di Marina di Carrara risulta poi essere ancora profondamente legato al territorio e lontano da fare sistema logistico. La maggior parte delle materie sbarcate, infatti, hanno destinazione locale, con unica distinzione per Verona.