Un fax, arrivato qualche giorno fa, aveva anticipato l’arrivo di alcuni delegati della Eaton in fabbrica, pronti a portarsi quanto rimaneva dell’azienda, ovvero tutti i documenti contenuti negli uffici amministrativi. Ma la Trilsen, ditta di sorveglianza incaricata dalla multinazionale di procedere con il “trasloco” dei documenti, ha trovato gli operai fuori dalla fabbrica, ancora occupata dal 6 ottobre, a chiedere spiegazioni. Negli uffici non si entra indisturbati, dunque, e i sindacati chiamano i loro avvocati, il sindaco di Massa Roberto Pucci e l’Assessore provinciale Raffaele Parrini. Ma la questione appare subito poco politica e molto più giudiziaria: le parti si incontrano, il sindaco dichiara che “bisognerà cercare il modo di restituire all’azienda ciò che è suo, tutelando però sempre i lavoratori”. Ma da cosa dovrebbero essere tutelati? Negli uffici della Eaton sono rimasti diversi tipi di documenti: quelli inerenti alla fiscalità generale, dell’azienda e dei lavoratori, quelli che contengono i dati sensibili degli operai, ovvero le schede mediche e poi una serie di documenti così detti “ambientali”. E sarebbero proprio questi ultimi ad interessare maggiormente sia la Eaton che i lavoratori e le parti sindacali. Si tratta di dati importanti sulla location, sull’area, quanto è stata pulita negli anni, quali bonifiche sono state effettuate, i carotaggi, gli oli utilizzati. Insomma quei documenti, secondo gli operai, non avrebbero dovuto lasciare la fabbrica, non prima, almeno, di essere stati controllati, numerati e selezionati. Comune e Provincia propongono di chiamare l’Arpat e di renderla in un certo qual modo “garante” dell’operazione, ma alla fine Arpat deve rinunciare, per mancanza di fattori legali che possano permettere di procedere in questo senso. All’arrivo di Colaninno, in visita sul territorio provinciale e disposto ad incontrare i lavoratori in fabbrica, si registrano piccole frizioni tra sindacati e delegati Eaton. Alla fine la Eaton riesce a portarsi via solo una macchina aziendale, ancora nel parcheggiata tra i capannoni, e i documenti relativi alla fiscalità generale; le schede mediche le deve lasciare lì dove sono perché servirà l’autorizzazione ufficiale della Rsu e accetta anche, per non creare ulteriori tensioni, di lasciare in fabbrica i documenti ambientali, prima di aver trovato un accordo. La versione degli operai è un po’ diversa: “abbiamo chiuso a chiave quell’ufficio_ dichiarano_ loro volevano sfondare le porte; non si ricordano che la fabbrica è occupata”. Adesso si aspettano le successive mosse della Eaton