C’era una volta una donna contesa tra due popoli; oggi è solo un simbolo a scatenare diatribe politiche. Quello del PDL a cui sono legati gli attuali consiglieri comunali di Massa, con tanto di tessera, ma che Futuro e Libertà rivendica. O meglio, il Coordinatore Provinciale Mauro Rivieri parla di un uso improprio e da chiarire della dicitura in consiglio comunale e si rivolge al Presidente Marco Andreani perché lo rimuova. In sostanza, secondo Rivieri i consiglieri Corrado e Alessandro Amorese e Stefano Caruso utilizzerebbero il simbolo senza alcun diritto né potere soprattutto dopo l’uscita di Gianfranco Fini dal partito. Lo Statuto prevedrebbe che il simbolo possa essere usato dagli associati con il comune accordo scritto degli appartenenti che possono tutelare il simbolo con ogni forma e in ogni sede, anche in giudizio, sia in via ordinaria, sia in via cautelare o d’urgenza. Nello specifico poi i tre consiglieri massesi provengono da Allenza Nazionale e sarebbero stati eletti col simbolo di AN. Una versione sbagliata secondo la ricostruzione di Caruso che tiene invece a specificare “noi non abbiamo tessere di AN, ma del popolo della libertà e siamo entrati in consiglio come PDL. Nessuno – dice – ha diritto di darci indicazioni, tanto meno se le richieste arrivano da una fazione locale”. solo nel momento in cui arriveranno indicazioni ben precise da Roma, dal partito nazionale, i consiglieri di Massa abbandoneranno la dicitura PDL, fino ad allora apparterranno a quel partito. “Se c’è qualcuno che ancora si spreca dietro le divisioni interne tra AN e Forza Italia, conclude il consigliere Caruso, non ha assolutamente chiaro il progetto del popolo della libertà che è quello di un partito unico.