Forno, Guadine, Candia: per queste frazioni negli anni passati sono stati spesi milioni di euro con interventi già effettuati o ancora in corso. Lo sa bene Marco Betti per tre anni assessore regionale alla difesa del suolo e protezione civile che il territorio apuano lo conosce e che più volte ha dovuto provvedere a finanziare lavori di somma urgenza e di prevenzione. Invece “siamo ancora una volta a contare le vittime”, dice oggi Betti, di sinistra ecologia e libertà. Il territorio di Massa è geologicamente fragile, forse il più fragile della regione. Il “j’accuse” dei molti è rivolto alla scarsa opera di manutenzione dei boschi, alla violenza anomala delle precipitazioni, all’insufficiente valutazione del rischio idrogeologico o ancora al fato. Ma le colpe più grandi, secondo l’ex assessore, le ha la politica che non ha saputo guardare oltre e stabilire le vere priorità. Tra bosco e cementificazione ha scelto la seconda perché se una volta i boschi erano costituivano l’economia delle popolazioni oggi l’interesse economico è rivolto ad altro e il bosco, da risorsa, è diventato un ostacolo. e il riferimento non è puramente alla politica massese, ma al Governo centrale. Quasi impossibile poi, continua Betti, che la politica di oggi pensi ad impegnare ingenti risorse solo per prevenire e curare migliaia di ettari di sottobosco. Ora servono la capacità di scegliere, di capire in fretta i cambiamenti climatici, di investire su progetti utili e non dannosi.