Insieme a scioperi, documenti ed assemblee, i professori hanno deciso di utilizzare anche lo strumento della indisponibilità a partecipare ai viaggi di istruzione. E così ne motivano la scelta: “L’asfissia finanziaria ha pesanti ricadute sulla quantità e sulla qualità dell’offerta formativa, già penalizzata dalle riorganizzazioni dovute alla revisione degli ordinamenti: drastica riduzione del tempo scuola, aumento della confusione in campo organizzativo, tutto ciò per una riforma senza alcun tipo di finanziamento”. Anche dopo le sentenze della Corte Costituzionale che hanno ribadito il diritto individuale dei ragazzi disabili ad un sostegno didattico adeguato alle loro esigenze, il Governo assicurerebbe risorse sempre minori per gli insegnanti di sostegno, mentre aumenterebbero i supplenti e diminuirebbero le immissioni in ruolo, infine, blocco del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro e degli scatti di anzianità. “Riteniamo i viaggi di istruzione un momento didattico importante e non abbiamo aderito all’iniziativa di boicottarli a cuor leggero”, concludono gli insegnanti, “tuttavia riteniamo che il rilevante impatto economico di una forma di lotta come questa, possa farci ottenere l’attenzione del Governo, finora sordo di fronte a tutte le forme di mobilitazione che abbiamo messo in campo”.