Da qualche giorno tutte le strade di Massa sono tappezzate di manifesti rossi con varie scritte sul tema della Diversità. Dal 2 settembre accanto ai normali messaggi pubblicitari che occupano gli appositi pannelli sono stati affissi, qua e là, cento manifesti tutti dello stesso colore, con un numero ridotto di parole, in caratteri bianchi firmati da 10 artisti “diversi” fra loro per vissuti, percorsi di vita, esperienze e lavoro. E’ il secondo anno che l’associazione Le Falene organizza l’insolita mostra d’arte che durerà fino al 12 settembre grazie al patrocinino della Regione Toscana e della provincia di Massa Carrara. Gli artisti hanno usato frasi che rafforzano il loro pensiero, negano, invitano a riflettere, diventano versi poetici. Una in particolare era costruita per essere letta in più sensi, è stata capovolta. E i pannelli, come lo scorso anno, fanno discutere.
Qual è lo scopo dei manifesti e chi li ha pagati, chiede senza mezzi termini il consigliere del PdL al presidente della provincia Angeli parlando del progetto come di cultura non popolare e poco comprensibile. In un momento di tagli generale, inoltre, riesce difficile pensare che regione e provincia abbiano destinato dei soldi per questa forma d’arte. In realtà, secondo Benedetti, questi cartelli non rientrano nella cultura che significa, invece, sviluppo del territorio. E’ duro l’attacco all’assessore provinciale Lara Venè accusata di non organizzare la cultura sulla base di una progettualità ampia e del bilancio, ma di limitarsi a finanziare interventi di terzi. E al presidente Angeli la richiesta di accantonare, in futuro, idee come il progetto “Diversità”, incomprensibile alla maggior parte dei cittadini.